Page 7 - La Grazia della Contemplazione
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ragione, intelligenza. L’intelligenza occupa il posto più elevato,
l’immaginazione il più basso, la ragione quello di mezzo. Tutto ciò che sottostà
al senso inferiore necessariamente sottostà anche al senso superiore. Da ciò
consegue che tutto ciò che è compreso dall’immaginazione, tutto questo e molte
altre cose che si trovano al di sopra, sono comprese dalla ragione. Similmente
ciò che è compreso dall’immaginazione o dalla ragione, cade sotto il controllo
dell’intelligenza, questo e tutto ciò che queste due facoltà non possono
comprendere. Considera dunque quanto largamente si espanda il raggio della
contemplazione, che illumina ogni cosa. E spesso capita che riguardo allo stesso
argomento l’uno se ne occupi per mezzo del pensiero, l’altro con la
meditazione, l’altro con la contemplazione, benché gli argomenti siano
esaminati non per vie diverse, ma con diverso moto. Il pensiero passa sempre
da una cosa all’altra con movimento incostante, la meditazione persiste con
perseveranza intorno a un solo argomento, la contemplazione si allarga a
innumerevoli cose sotto il raggio di un’unica visione. E invero per mezzo
dell’intelligenza la capacità della mente si espande nell’immensità e si acuisce
l’acutezza dell’animo di colui che contempla in modo tale che può comprendere
molte cose e riesce a penetrare anche quelle più difficili. Infatti non vi può mai
essere contemplazione senza la partecipazione dell’intelligenza. Come infatti
dall’intelligenza proviene la capacità all’occhio della mente di fissarsi negli
oggetti corporei, così dalla sua stessa potenza deriva la capacità di dilatarsi dal
solo intuito, nelle cose corporee alla comprensione di cose infinite. Infine ogni
qualvolta l’animo di colui che contempla si dilata alle cose più basse o si eleva
alle più alte, ogniqualvolta si acuisce verso le più misteriose, o, con mirabile
agilità, quasi senza indugio, è rapito attraverso innumerevoli argomenti, non
dubitare che tutto questo gli è possibile per una qualche facoltà
dell’intelligenza. Ho detto queste cose per coloro che ritengono indegno far
rientrare queste cose inferiori nella sfera dell’intelligenza o ritenerle in qualche
modo connesse alla contemplazione. Tuttavia si dice più precisamente e
propriamente contemplazione quella che si riferisce alle cose sublimi, dove
l’animo si serve dell’intelligenza pura. È tuttavia sempre contemplazione anche
quando si riferisce a cose o per loro natura manifeste, o note per mezzo dello
studio, o chiare per divina rivelazione.
Capitolo IV
Definizione delle singole facoltà, contemplazione, meditazione, pensiero
Mi pare pertanto che si possa dare una definizione di tal genere. La
contemplazione consiste nella libera perspicacia della mente volta con
ammirazione agli spettacoli della sapienza, come piacque a quel famoso filosofo
del nostro tempo, che l’ha definita con queste parole: la contemplazione è la
perspicace e libera intuizione dell’animo che si dilata in ogni senso verso le cose
da prendere in considerazione; la meditazione invece è l’attenzione precisa