Page 53 - La Grazia della Contemplazione
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propiziatorio, rimanendo appoggiato, si espande largamente tutt’intorno, così
che nella dolce soavità di questa contemplazione l’anima trova il luogo della
sicurezza, il porto nascosto di una grande tranquillità; una così insolita e
inesperta giocondità porta il desiderio del cuore alla quiete e lo raccoglie nella
pace. Ma voglio notare la grandezza d’entrambi. Non posso negare che essi non
differiscono nella qualità della materia, ma sono molto diversi per la quantità.
Entrambi sono fatti d’oro perché entrambi i generi di speculazione sono relativi
alla ragione. Ma poco è l’oro con il quale è costruita la corona se è confrontato
con la quantità d’oro del propiziatorio. Infine la misura di quest’ultimo viene
determinata tanto in lunghezza quanto in larghezza dal divino magistero.
Della grandezza della corona invece non si dice nulla, e il divino discorso fa
soltanto un cenno alla sua fabbricazione, perché chi può comprendere
comprenda e la faccia ciascuno come può. Credo che se la sua altezza avesse
potuto innalzarsi fino a un mezzo cubito, il divino discorso non avrebbe taciuto.
Ma il Signore conosce la sua opera; né poté sfuggire a colui che amministra
all’uomo la scienza quanta povertà d’oro debba sopportare in quest’opera
l’uomo e come angusti siano i sensi per tale contemplazione. Quale uomo
troverà lo strumento per comprendere quella pace che supera ogni senso? Con
quale senso comprende ciò che l’occhio non vide né l’orecchio poté udire né salì
mai nel cuore dell’uomo (Is. 64; 1 Cor. 2)? Infatti quando Paolo, e chiunque gli
sia simile, si eleva sopra se stesso, è rapito fino al terzo cielo, certo quei segreti
di cui gli uomini non possono parlare non li ricerca per mezzo dello spirito suo,
ma Dio per mezzo del suo spirito glieli rivela. Ma qualunque cosa secondo
questo modo l’intelligenza umana attinga nel trascendimento di sé, lo
comprende pochissimo per la pochezza della sua capacità in questo genere di
speculazione. Infine riguarda un altro genere di speculazione, non questo,
qualsiasi cosa che l’umana esperienza veda nel rapimento. Qual meraviglia se
l’esiguità della scienza in quella considerazione soprattutto angustia la mente
dell’uomo che è incapace per la sua povertà di vedere ciò che ricerca?
La mente umana sa che qualunque cosa raccoglie intorno alla conoscenza delle
cose invisibili col ragionamento o qualsiasi cosa trovi con la similitudine delle
cose visibili, è, in confronto alla verità, un niente. Per questo alla corona non è
prescritta nessuna misura mentre nella descrizione del propiziatorio tanto
diligentemente viene indicata. Credo che sia dato di intendere chiaramente
perché in questa opera vi sia tanta penuria di oro.
Capitolo V
Quanto importi rimanere con forza in questa contemplazione e come la
mente s’avanzi a essa dalla meditazione e dalla conoscenza di sé
Chi poi cerca di avere in abbondanza l’oro della sapienza deve, secondo le sue
forze, rimanere a lungo nella quarta meditazione e lavorare molto nella co-
struzione del propiziatorio. È gradito infatti in questa opera chi