Page 50 - La Grazia della Contemplazione
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sia la differenza dei corpi sommi e degli infimi. Eppure c’è maggior differenza
tra il corpo e io spirito che tra qualsiasi corpo. Credo che la differenza delle
essenze sia relativa alla differenza delle scienze. Quanta differenza ci sia tra
queste due speculazioni te lo mostri il diverso mezzo. La prima s’avvale infatti
dell’immaginazione, questa della ragione. Ma quanta differenza c’è tra
l’immaginazione e la ragione se non quanta ne esiste tra la signora e l’ancella,
tra la veneranda e l’ignominiosa, tra l’erudita e la vana? Hai visto la
sovraeminenza di questo genere di contemplazione rispetto al primo; ora
osservane la differenza rispetto, al secondo. Guarda che cosa sia la doratura
dell’arca e la costruzione del propiziatorio aureo, cioè confronta la quarta opera
con la seconda. Guarda anzi il luogo d’entrambi. L’una infatti aderisce al legno,
l’altra vi è sovrapposta. Ma l’una sorge dal basso, questa invece sta in alto,
benché entrambe le opere siano fatte di oro. Infatti si cerca la ragione delle cose
in tutte e due le speculazioni. Ma nell’una noi meditiamo la ragione delle cose
visibili, nell’altra la dignità delle cose invisibili, sia essa occulta o manifesta. Noi
dunque ricopriamo il legno con lo splendore dell’oro, quando riflettiamo sulla
causa, sull’ordine, sul modo delle cose, ritrovandone la ragione. Ma noi
collochiamo sopra il legno quell’opera nostra che è il propiziatorio perché,
allontanate le immagini delle cose corporali, ci innalziamo con il sublime volo
della nostra ricerca alle cose più alte e rimaniamo in tale ammirazione. Qui
dunque l’indoramento della nostra arca sorge a poco a poco dal basso e
avanzando a poco a poco verso le parti più alte, giunge alla sommità. L’anima
infatti dalla conoscenza delle cose visibili e dalla considerazione della vanità e
della mutevolezza è costretta a fuggire ciò che ammira meno e a sfuggire il
diluvio della accidentalità verso il cielo d’ella vera libertà, riposando nel
desiderio dei veri beni. È certissimo che, quanto più si osserva la mutevolezza
del mondo, tanto più la si teme e tanto più la si fugge e la si disprezza. Benché
infatti nel mondo vi siano innumerevoli cose poste per ordine divino, ve ne
sono molte altre che debbono essere disprezzate per la loro mutevolezza e
fuggite nel timore di qualche danno. Che cosa significa il fatto che il
propiziatorio non entra direttamente a contatto con il legno, ma ne resta
separato da una intercapedine d’oro, se non che siamo respinti da ciò che è
mutevole per mezzo della conoscenza e della contemplazione? Ecco il nostro
propiziatorio è posto in alto, e s’innalza oltre ogni cosa. Sopravanza per
presiedere a tutto, ed è posto perché in alto riposi. Sali anche tu al pensiero più
alto, fissa il tuo desiderio nei cieli e allora troverai un luogo di riposo tranquillo
e pieno di gioia.
Capitolo III
La differenza e la sopraeminenza del quarto genere di contemplazione
rispetto al secondo