Page 51 - La Grazia della Contemplazione
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Se facciamo attenzione ai simboli della seconda e della quarta contemplazione
                  possiamo trovare la loro differenza. Bisogna dunque che il propiziatorio cioè il
                  coperchio  dell’arca,  non  abbia  quasi  spessore,  anzi  la  doratura,  ancorché
                  ripetuta molte volte, non ha nemmeno una sua consistenza. Essa è quasi una
                  illusione  del  senso  esterno.  Ciò  che  viene  dorato  non  è  esso  stesso  d’oro,
                  ancorché  appaia  tale.  In  tal  modo  la  più  profonda  scienza  di  certi  sapienti
                  gonfia e illude più che illuminare gli occhi degli stolti. Che cosa vale infatti la
                  conoscenza  delle  cose  esteriori,  se  non  giova  alla  conoscenza  delle  cose
                  interiori?  La  tua  scienza  sarebbe  stoltezza  al  cospetto  di  Dio.  Che  cosa  ti
                  importa  di  conoscere  ogni  cosa,  se  ignori  te  stesso  e  il  tuo  Creatore?  Perché
                  tanto ti glori, o filosofo? Se vuoi gloriarti, devi farlo non in te, ma nel Signore (1
                  Cor. 4).
                  Certo  se  questa  tua  sapienza  è  insipida,  e  se  la  tua  dottrina  è  indotta  nella
                  conoscenza  di  te,  se  per  caso  ti  parlasse  di  Dio,  non  ti  farebbe  gonfio  di
                  superbia,  ma  timido.  Se  veramente  sei  sapiente,  non  desiderare  conoscere  la
                  profondità, ma temi: Che cos’hai che tu non abbia ricevuto? Devi gloriarti in Colui
                  dal  quale  hai  ricevuto  e  devi  glorificarlo.  Perché  ti  glorii,  quasi  tu  non  avessi
                  ricevuto? (1 Cor. 4,7). Se vorrò gloriarmi, non sarò stolto, dirò infatti la verità (2 Cor.
                  12,6). Vedi dunque quali nomi io abbia dal re, sono detto filosofo, amante della
                  sapienza perché ho detto alla sapienza: sorella mia; e ho chiamato la prudenza:
                  amica  mia.  Sbagli,  sbagli  o  filosofo:  la  pretesa  acutezza  ti  ha  ingannato,  e  la
                  concupiscenza  ha  sconvolto  il  tuo  cuore;  questa  che  tu  chiami  sapienza  è
                  stoltezza presso Dio. Perché dunque c’è posto per essa nell’arca della sapienza?
                  Perché  c’è  bisogno  di  tale  doratura?  Se  si  tratta  solo  di  uno  splendore
                  superficiale, che non ha alcuna consistenza, perché trova posto in tale opera?
                  Ascolta dunque che cosa piace nella nostra opera e che cosa ci dispiaccia nella
                  tua opera. La tua opera non ha il coperchio, tu non sai fare il propiziatorio. Ma
                  contento della doratura ti glori del compimento dell’opera, e non sai continuare
                  in  quello  che  fai.  Sei  veramente  degno  di  biasimo,  perché  hai  cominciato  a
                  costruire e non puoi portare a termine l’opera. Stolto e insipiente, non sai o non
                  vuoi sapere che il vaso che non ha coperchio, secondo il comando divino, deve
                  venire rotto e a ragione, poiché è sempre tutto sporco. Tu purifichi, immondo
                  filosofo,  la  parte  esterna  del  tuo  vaso,  e  dentro  è  pieno  d’ogni  sporcizia,  e
                  contento  della  fama,  non  ti  sforzi  di  purificare  la  coscienza.  La  tua  arca  è
                  splendente all’esterno, ma dentro è sporca, perché non ha il coperchio. Tu, che
                  cogli la fama e trascuri. la coscienza, non vedi che è necessario fare queste cose
                  senza  trascurare  le  altre?  Splenda  la  tua  arca  di  fuori,  m  splenda  anche  di
                  dentro. Splenda di fuori perché è scritto: Splenda la vostra luce davanti agli uomini,
                  etc. (Mt. 5,16). E splenda dentro perché è scritto: Ecco fariseo, pulisci prima quel
                  che è dentro il calice e il piatto, perché sia pulito come fuori (Mt. 23,25). La nostra arca
                  dev’essere  dorata,  ma  non  basta  dorarla.  Infatti  senza  il  coperchio  non  può
                  conservare  la  sua  pulizia.  Cerca  dunque,  secondo  il  divino  insegnamento,  di
                  fare,  il  propiziatorio  cioè  il  coperchio  quale  conviene  che  abbia  l’arca  della
                  sapienza.
                  Filosofo immondo, se vuoi conservare pura internamente l’arca della sapienza,
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