Page 41 - La Grazia della Contemplazione
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significato traslato e nella contemplazione della verità, la loro dignità è più alta.
                  Chi ignora infatti che è molto più importante la capacità di discernere il giusto e
                  l’ingiusto  che  quella  di  discernere  tra  l’utile  e  l’inutile?  La  prima  riguarda  le
                  pareti  che  misurano  la  lunghezza  dell’arca.  Infatti  ciò  che  riguarda  l’utile  e
                  l’inutile  è  relativo  alle  pareti  che  misurano  la  larghezza  dell’arca.  Ai  due  lati
                  dell’arca riguarda ogni considerazione intorno a ciò che avviene di giusto e di
                  ingiusto;  ma  ciò  che,  accade  di  giusto  è  per  volere  di  Dio,  ciò  che  accade  di
                  ingiusto accade solamente per il suo permesso.


                                                      Capitolo XX

                  La sapienza di Dio è semplice e una, ma viene condotta nella contemplazione
                     con diverse considerazioni, prendendo diversi nomi: scienza, prescienza,
                                            disposizione, predisposizione

                  Poiché dunque sappiamo già il significato dei lati dell’arca e dei suoi quattro
                  angoli, cerchiamo quali siano quei quattro anelli che debbono essere collocati
                  nei singoli angoli. È noto che l’oro supera ogni metallo per il suo splendore. Ma
                  cosa  c’è  di  più  chiaro  e  splendente  se  non  proprio  la  sapienza  divina?  Non
                  troviamo  anzi  nulla  che  le  sia  paragonabile.  Da  questo  oro  prendiamo  la
                  materia per diverse  opere,  quando consideriamo la sapienza divina che in se
                  stessa è semplice e una, in diverso modo. Benché la sapienza sia semplice e una,
                  talora  viene  chiamata  ora  prescienza,  ora  scienza,  ora  predestinazione,  ora
                  destinazione. Così una sola cosa è distinta in diversi modi, perché possa essere
                  compresa, almeno in parte, dalla nostra debolezza. La scienza è ciò con cui la
                  sapienza conosce ogni cosa; la prescienza ciò con cui dall’eterno prevede ogni
                  cosa; la predestinazione  ciò  con cui dall’eterno  destina ogni uomo  alla vita o
                  alla morte; la disposizione è ciò per cui nulla viene lasciato nel disordine. Questi
                  modi della nostra considerazione li volgiamo in circolo, quando vediamo che
                  nell’ordine  della  divina  sapienza  l’inizio  concorda  con  la  fine.  La  divina
                  prescienza  nella  sua  provvidenza  non  viene  mai  meno;  la  divina
                  predestinazione nel suo proposito non cade mai, la sua scienza non sbaglia mai
                  nel suo giudizio e la sua disposizione non muta mai nel suo disegno.
                  Il circolo si piega su se stesso da ogni parte e senza dubbio in esso non si trova
                  né l’inizio né la fine. Entrambe quelle considerazioni cionondimeno riguardano
                  questi circoli, perché in ogni contemplazione divina la mente nostra non può
                  trovare l’inizio e la fine. Il giro di questi anelli ha un punto centrale, perché ogni
                  divina ricerca non deve mai allontanarsi dalla definizione dell’unica semplice
                  verità in ogni cosa. Questi anelli comprendono ogni cosa in sé stessi e chiudono
                  ogni  cosa  nel  loro  seno.  Questi  sono  quei  quattro  anelli  che  Mosè  per  divina
                  rivelazione ordina di porre ai quattro angoli.


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