Page 39 - La Grazia della Contemplazione
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degli spiriti malvagi turba la pace di tanta perfetta concordia della carne e dello
                  spirito.  L’uomo  interiore  creato  a  immagine  di  Dio  piange  sull’uomo  amico,
                  sull’uomo della sua pace e manda non su di lui, ma su altri la lancia della sua
                  maledizione, perché infierisce su coloro per la cui crudeltà ha perduto la pace.
                  Tu uomo amico e mia guida, a me conosciuto che prendevi insieme con me i
                  dolci  cibi  e  camminavamo  in  accordo  nella  casa  del  Signore.  Questo  dice  la
                  Scrittura e aggiunge dopo: Venga la morte su di loro (Sal. 55,14-16). Non dice
                  sopra di te, ma sopra quelli. Si vendica di coloro per la cui colpa ha perduto la
                  consorte  della  sua  pace.  Spesso  infatti  gli  spiriti  maligni  invidiosi  della  pace
                  dello  spirito  straziano  la  carne  con  rapida  e  veemente  tentazione;  turbano  la
                  pace dello spirito e trasformano l’amico in nemico, la guida in seduttore, fanno
                  ignoto colui che era noto, e fanno nemico l’amico.
                  Ma  ecco  mentre  vogliamo  vedere  a  fondo  la  Scrittura,  veniamo  spinti  a
                  guardare  le  cose  circostanti.  Infatti  mentre  l’ordine  razionale  richiede  di  dire
                  qualcosa intorno alla guida dell’uomo esteriore, l’oscurità delle parole costringe
                  la nostra esposizione a estendersi di poco.


                                                    Capitolo XVIII

                      Questo genere di contemplazione riguarda l’immaginazione secondo la
                                                        ragione

                  Ora  torniamo  a  ciò  che  abbiamo  lasciato,  cioè  al  modo  nel  quale
                  l’immaginazione  delle  cose  visibili  ci  aiuta  nella  ricerca  delle  cose  invisibili.
                  L’uomo  esteriore  infatti  nel  corso  della  sua  ricerca,  aiuta  l’uomo  interiore
                  perché  gli  porge  una  immagine  delle  cose  invisibili  per  mezzo  delle  cose
                  visibili. E mentre compie questo suo dovere di guida lo conduce, per la via delle
                  similitudini, là dove non osa entrare. Così spesso i servi precedono nella via i
                  loro  signori  fino  alla  reggia  e  tuttavia  mentre  questi  entrano  nelle  stanze  del
                  palazzo,  quelli  restano  fuori.  È  chiaro  dunque  come  noi  dobbiamo  intendere
                  questo  genere  di  contemplazione  nella  ragione  secondò  l’immaginazione,
                  poiché vediamo con la mente le cose invisibili e tuttavia dalla similitudine delle
                  cose  visibili  le  intuiamo.  Che  cosa  infatti  potrei  dire  della  forma  delle  cose
                  visibili  se  non  che  è  una  immagine  delle  cose  invisibili?  Poniamo  che  ci  sia
                  qualcuno che dica di non aver mai visto un leone e che però desidera vederlo;
                  se gli si mostra una conveniente immagine del leone, certo egli saprebbe come
                  doverlo pensare. Quindi egli considera i lineamenti del disegno e si immagina
                  nella mente le solide membra e l’animale vivo. C’è una grande differenza tra ciò
                  che  vede  esteriormente  e  ciò  che  pensa.  Così  in  questo  genere  di
                  contemplazione  c’è  molta  differenza  tra  le  cose  invisibili  che  pensiamo  nella
                  mente  e  le  cose  che  vediamo  per  mezzo  dell’immaginazione.  D’altra  parte
                  prendiamo  da  queste  certe  similitudini  per  esprimerle.  Ecco  perché  questo
                  genere di contemplazione è nella ragione secondo l’immaginazione.
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