Page 31 - La Grazia della Contemplazione
P. 31

quasi  salendo  la  scala  delle  proprietà  dei  corpi,  giustamente,  dico,  una
                  contemplazione  di  tal  genere  si  configura  nella  corona  dell’arca,  che  invero
                  nella  parte  inferiore  è  unita  al  legno,  ma  nella  parte  superiore  oltrepassa  la
                  misura del legno. La corona dunque cinge la parte superiore dell’arca e in una
                  parte  scende  sotto  il  legno,  nella  parte  superiore  invece  supera  il  limite  del
                  legno. Così indubbiamente questa ricerca si piega spontaneamente all’indagine
                  delle  proprietà  delle  cose  corporee,  per  avere  il  modo  di trarre  da  codeste  la
                  somiglianza a quelle. Dunque espandendosi più largamente, racchiude in sé le
                  limitazioni  delle  cose  inferiori,  ma  non  contenta  di  quelle  cose  che  trae  dalla
                  somiglianza,  comprovando  alcune  cose  con  altre  con  l’argomentazione  e
                  collegandole  col  ragionamento,  mediante  il  procedimento  consequenziale
                  oltrepassa  di  molto  ogni  somiglianza  corporea  e  trascende  con  una  profonda
                  analisi  le  parti  più  alte  della  nostra  arca.  In  questo  modo  pertanto  la  corona
                  dell’arca  si  appoggia  mentre  si  eleva  in  alto,  poiché  l’animo  di  colui  che
                  contempla è aiutato non poco a comprendere le cose invisibili dalla somiglianza
                  delle  cose  visibili.  Allora  poi  la  corona  si  espande  in  larghezza  e  si  erge  in
                  altezza  più  dell’arca,  quando  il  contemplatore  perspicace  comprende
                  chiaramente  che  i  beni  invisibili  sono  superiori  nel  numero  e  nell’essenza
                  rispetto  a  quelli  visibili.  Di  gran  lunga  infatti  è  troppo  sovrabbondante  la
                  grandezza dei beni invisibili perché possa essere rappresentata in così grande
                  moltitudine di similitudini di oggetti corporei. Tuttavia tutte le cose corporee
                  hanno qualche somiglianza con i beni invisibili, ma alcune hanno per così dire
                  un’infima somiglianza, molto lontana e quasi estranea. Altre invece ne hanno
                  una  più  vicina  e  manifesta,  e  quanto  più  vicina,  tanto  più  evidente;  e  sopra
                  queste cose, altre ancora ne hanno una vicinissima e strettamente congiunta, per
                  così  dire,  e  impressa  molto  addentro,  tanto  da  sembrare  non  solo  vicine  alle
                  cose invisibili, ma strettamente connesse e partecipi più che accostate. Da quelle
                  stesse cose dunque che si avvicinano di più a quelle e che portano più evidente
                  l’immagine  delle  cose  invisibili,  dobbiamo  trarre  senz’altro  la  somiglianza,
                  affinché  la  nostra  intelligenza  possa  ascendere  a  quelle  cose  che  non
                  conosciamo per esperienza tramite quelle che conosciamo, vale a dire la corona
                  dell’arca non scende fino alle sue parti più basse e tuttavia le si congiunge in
                  quelle più alte.


                                                     Capitolo XIII

                                     Come in questo genere di contemplazione
                                       l’uomo incominci a diventare spirituale

                  In questo primo stato l’uomo è distolto dall’essere animale e impara a divenire
                  spirituale, nell’attimo in cui incomincia a comparare gli elementi spirituali e a
                  rimuovere il suo modo di sentire, preoccupandosi di conoscere sempre più le
                  cose che -sono in alto e non sopra la terra. Certo costa molta fatica abbandonare
                  le cose consuete e tralasciare i pensieri più bassi tra quelli abituali, per volare
   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36