Page 28 - La Grazia della Contemplazione
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mondo  si  siano  preoccupati  di  dorare  le  loro  arche,  affinché  nasca  in  noi
                  vergogna  se  non  ci  dedichiamo  alla  doratura  della  nostra  arca.  Si
                  preoccupavano molto pertanto, gli stessi filosofi delle genti di capire la sapienza
                  nascosta, indagando le cause occulte delle cose e, penetrando con l’acutezza del
                  loro  ingegno  fino  ai  più  riposti  recessi  della  natura,  estraevano  l’oro  dal
                  profondo.  Incominciarono  dunque  a  indagare  le  cause  nascoste  delle  cose,  a
                  trovarle  e  chiarirle  e a  determinare  con  asserzioni  non  dubbie  ogni  elemento
                  incerto.  Trovarono  pertanto,  investigando,  molte  cose  profonde  e  degne  di
                  ammirazione, come la causa del terremoto, la forza per cui i mari profondi si
                  gonfiano, e trovando molte altre cose in questo modo e affidandole agli scritti,
                  fecero in modo di tramandarle ai posteri. In tal modo poterono dunque dorare
                  la  loro  arca  in  gran  parte  (ma  solo  esternamente).  Infatti  avevano  scarso
                  interesse  e  nessuna  possibilità  di  dorarla  all’interno:  presto  mancò  loro  il
                  denaro, né avevano tanta abbondanza di oro da poterla dorare all’interno, ed
                  era mancato loro il denaro anche per dorarla interamente al di fuori. Infatti non
                  era  caratteristica  della  stessa  facoltà  trovare  le  ragioni  fisiche  delle  cose  e
                  discernere  le  cause  occulte  della  giustizia  negli  eventi  che  accadono.  È  molto
                  diverso  ricercare  le  cause  nascoste  delle  cose  secondo  un  criterio  fisico,  e
                  comprovarle,  ed  è  di  gran  lunga  diverso  non  ignorare  la  ragione  dei  giudizi
                  divini. La ricerca della natura si riferisce alla doratura esterna della nostra arca,
                  l’affermazione della giustizia divina alla doratura intrinseca. Riguardo a questa
                  errarono  gravemente  coloro  che  ritennero  che  ogni  cosa  accadesse  per  caso
                  piuttosto che per volere divino, e, consacrando un’ara alla Fortuna, credettero
                  che  la  dea  non  si  occupasse  delle  cose  umane  per  il  fatto  che  vedevano  che
                  accadevano  parimenti  beni  e  mali  al  buono  e  al  malvagio,  ai  giusto  e
                  all’ingiusto, a chi immolava vittime e a chi non se ne curava; e lo stesso i cui
                  occhi  interrogano  i  figli  degli  uomini  fa  sorgere  il  suo  sole  sui  buoni  e  sui
                  cattivi,  fa  piovere  parimenti  sui  giusti  e  gli  ingiusti.  Ma  noi  che  abbiamo  già
                  abbondanza  di  oro,  tanto  per  quel  che  concerne  il  frutto  delle  nostre  fatiche
                  quanto delle spoglie degli Egiziani, provvediamo a dorare la nostra arca, non
                  solo  esternamente,  ma  anche  internamente.  Consideriamo  come  nella  sua
                  sapienza abbia  fatto tutte  queste  cose,  come la sua  sapienza abbia fondato la
                  terra,  e  la  prudenza  abbia  rafforzato  i  cieli,  come  dalla  sua  sapienza  siano
                  sprofondati gli abissi, e le nubi si accre-scano per la evaporazione, e abbiamo
                  dorato  la  nostra  arca,  ma  dall’esterno.  Consideriamo  poi  che  tutte  le  vie  del
                  Signore sono la misericordia e la verità, come sia giusto il Signore in tutte le sue
                  vie, e santo in tutte le sue opere, e l’abbiamo dorata all’interno. Come pensi che
                  abbia  dorato  nella  sua  arca  tutta  la  bellezza  dei  legni,  colui  che  avendo
                  chiaramente  inteso,  affermava  costantemente  del  Signore  che  la  sua
                  misericordia è su tutte le sue opere? (Sal. 144). Sforziamoci anche noi, secondo
                  l’esempio  del  Profeta  di  coprire  ogni  cosa  con  l’oro,  e  nasconderla  sotto  il
                  metallo prezioso, benché in confronto alla ragione e disposizione divina, per la
                  quale ogni cosa è stata fatta, la bellezza di tutte le cose esterne appaia ai nostri
                  occhi poca o nulla.
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