Page 27 - La Grazia della Contemplazione
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profondità, assolutamente infiniti, completamente imperscrutabili. Di qui quei
                  meravigliosi spettacoli di coloro che vedono cose mirabili nel profondo. Quante
                  cose mirabili infatti credi che vedano in questa profondità coloro che solcano il
                  mare con le navi, svolgendo la loro attività in molte acque? Certo sono molti
                  coloro che vengono a questo mare grande e spazioso, ma alcuni per traversare,
                  altri  per  pescare.  Per traversare  invero  coloro  che  desiderano  passare  da  una
                  nazione all’altra e da un regno a un altro popolo. Ma coloro che tra loro sono
                  pescatori di uomini vengono senza dubbio per pescare, gettando le loro reti per
                  la cattura. Gettando la rete dunque ora a destra ora a sinistra dell’imbarcazione
                  secondo  il  precetto  del  Signore,  catturano  spesso  una  grande  moltitudine  di
                  pesci, racchiudendo e tirando in secco i sensi sfrenati e i sentimenti ingannevoli.
                  Ma non gettano sempre le stesse reti, così come non le gettano sempre per la
                  stessa  cattura.  Ora  dunque  gettano  le  reti  delle  argomentazioni,  ora  delle
                  esortazioni,  talvolta  per  provare  qualcosa  di  vero,  talvolta  per  biasimare
                  qualcosa di falso, talvolta per mettere in luce qualcosa di nascosto, talvolta per
                  esaltare  qualcosa  di  giusto,  talvolta  per  sconsigliare  qualcosa  di  ingiusto.
                  Costoro invero che hanno imparato a compiere un’azione di tal genere in molte
                  acque,  costoro,  dico,  sono  coloro  che  vedono  cose  mirabili  nel  profondo.  Da
                  costoro  infatti  è  tratta  la  sapienza  dal  profondo.  Ascolta  ciò  che  dice  quel
                  grande  contemplatore  della  sapienza:  Quanto  sono  magnifiche  le  tue  opere,
                  Signore!  Tutto  hai  fatto  in  sapienza  (Sal.  103,24).  Tutto,  dice,  hai  fatto  in
                  sapienza.  Senza  dubbio  erano  mirabili  le  cose  che  aveva  visto  colui  che  così
                  esclamava. Aveva visto certo cose mirabili nel profondo e traeva la sapienza dai
                  recessi  nascosti,  colui  che  osserva  tutti  i  fatti  in  sapienza,  e  senza  dubbio  sa
                  attingere alla sapienza con fortezza  da una estremità all’altra, e dispone  ogni
                  cosa  armoniosamente.  Ecco  come  appariva  in  tutte  le  opere  divine  quest’oro
                  della sapienza, brillava l’oro della sapienza, ecco come ai suoi occhi la luce della
                  divina sapienza aveva tutto svelato. Senza dubbio costui aveva ben conosciuto
                  e  poteva  facilmente  dorare  la  sua  arca,  anzi  è  chiaro  che  aveva  già  dorato
                  sufficientemente  da ogni parte  la sua arca colui che era costretto  a esclamare
                  così  per  la  grandezza  della  sua  ammirazione:  Tutto  hai  fatto  in  sapienza.
                  Sforziamoci  anche  noi,  per  quanto  possiamo,  e  impegniamoci  nel  dorare  la
                  nostra arca, affinché appaiano anche a noi tutte le divine opere fatte in sapienza,
                  affinché  per  quanto  è  possibile  capiamo,  e  quando  non  è  possibile  capire,
                  almeno senza esitazione crediamo tutte le cose fatte in sapienza, crediamo che
                  non solo ciò che fa, ma anche tutto ciò che permette che accada non avviene mai
                  senza  una  causa  razionale,  né  si  attua  senza  una  giustizia  divina,  anche  se
                  nascosta.


                                                      Capitolo IX

                     Come i filosofi si siano esercitati nella materia di questa contemplazione

                  E ritengo non si debba passare sotto silenzio in che modo i sapienti di questo
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