Page 26 - La Grazia della Contemplazione
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Ora poiché abbiamo già esposto nel miglior modo possibile, le argomentazioni
che ci pareva di dover riprendere intorno al primo genere di contemplazione,
passiamo al secondo che già abbiamo detto si designa con la doratura dell’arca.
Se dunque è chiaro che il primo genere di contemplazione si riferisce all’aspetto
delle cose corporee, di conseguenza, come credo, si capisce che il secondo
genere di contemplazione consiste nel considerare la ragione delle stesse cose.
Ci occupiamo dunque della doratura della nostra arca ogni qualvolta
indaghiamo la ragione delle cose visibili e trovatala, indugiamo ad ammirarla,
ogni qualvolta considerandola la capiamo e capendola poniamo mente a quanto
mirabilmente siano fatte, quanto convenientemente ordinate, quanto
sapientemente disposte tutte le cose di questo edificio del mondo. Doriamo la
nostra arca, quando consideriamo di ogni cosa la causa, il modo e l’affetto,
l’utilità e la ragione. Oh, di quanto oro della scienza abbondava! E ne aveva a
sufficienza per dorare tutta la sua arca colui che veracemente diceva: A me Dio
diede la facoltà di parlare... Egli stesso infatti mi diede gli elementi della scienza
vera, affinché conoscessi la disposizione del mondo, e le proprietà degli
elementi, l’inizio e la fine, e il mezzo dei tempi, i mutamenti delle vicissitudini e
le divisioni dei tempi, il corso dell’anno e la disposizione delle stelle, la natura
degli animali e le ire delle bestie, la forza dei venti e i pensieri degli uomini, e le
differenze dei virgulti e le virtù delle radici (Sap. 7, 15-20). Infine ascolta che
cosa poi espone, affinché tu capisca più chiaramente di quanta sovrabbondanza
di tale possesso abbondava nell’indorare la sua arca: E ho conosciuto, dice, tutte
le cose che sono nascoste, e impreviste (ibid). La doratura dunque della nostra
arca consiste nel contemplare la ragione delle opere divine, dei giudizi, dei
sacramenti, e nondimeno delle azioni e degli ordinamenti umani. Siamo
dunque pronti, secondo l’insegnamento di Pietro, a rendere ragione di quella
fede, a chiunque lo chieda, e di quella speranza che sono in noi (1 Pt. 3) e già
abbiamo dorato le parti più alte ‘e ultime della nostra arca, poiché abbiamo
imparato a porla in onore ed evidenza, esponendo la ragione dei divini
sacramenti, e dei giudizi.
Capitolo VIII
Quanto sia ricca la materia di questa contemplazione
Chi dunque ha già raggiunto il secondo momento di questa contemplazione si
trova abbastanza copiosamente in una tale ricchezza di materiale, in cui aprire
le vele della sua ricerca e muovere il naviglio della sua dissertazione. Chi infatti
non vede quanto largamente si apre il campo ditale analisi, quanto si estenda
questo mare grande e vasto? Nell’ammirazione di questa immensità il Profeta
esclama: I tuoi giudizi sono abissi insondabili (Sal. 35,7). Senza dubbio abissi
insondabili, e grandi giudizi nascosti di Dio, molti per numero, grandi per