Page 16 - La Grazia della Contemplazione
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due sole ali. Hai di che velare il tuo corpo, onde poter volare. Certo, se sei
ancora un animale terreno, se fino a ora conservi un corpo terreno, se sei quale
dice l’Apostolo, quando ammonisce di mortificarsi, sarà bene senz’altro avere al
più presto di che poter velare tale corpo, quando lo vorrai e nasconderlo agli
occhi del tuo ricordo: Mortificate – dice – le vostre membra terrene cioè la
fornicazione, l’impurità (Col. 3,5). E in che cosa consiste poi il velare un corpo
di tal genere sotto le ali designate delle contemplazioni, se non nel temperare la
concupiscenza delle cose del mondo attraverso la considerazione della
mutevolezza umana e guidarla infine alla dimenticanza? Considera, come
credo, quanto valga un velare di questo genere e un adombramento delle ali.
Hai parimenti in queste ali di che poter volare quando lo vorrai. Ed è
certamente bene volar bene e allontanarti il più possibile dall’amore del mondo.
E bene volano su queste ali coloro che considerano ogni giorno l’inganno della
mutevolezza delle cose terrene e si allontanano dal desiderarle con un continuo
ripensamento. Pertanto, benché non sia possibile volare su questo paio d’ali
fino alle cose celesti, potrai forse tuttavia trovare nel loro remeggio un porto
sicuro e tranquillo in cui riposarti. Sforzati su di esse per quanto puoi, affronta
almeno l’estremità del mare. Se prenderò le mie ali sul far del giorno, e mi
poserò all’estremità del mare (Sal. 138,9). I punti estremi del mare, il confine del
mondo è per ciascuno il venir meno della propria vita. Infatti raggiungere i
limiti del mare altro non è se non aspettare con desiderio la fine del mondo e la
cessazione della vita terrena. E già aveva raggiunto a volo, come io credo, le
lontananze marine colui che poteva dire veracemente: Desidero dissolvermi, ed
essere col Cristo (Filip. 1,23). Ritengo che tu abbia ricevuto queste due ali delle
contemplazioni non invano, se hai potuto volare fino qui. Tuttavia ti deve
sembrare poco l’aver ricevuto queste due ali; ma per dimostrare che sei un
animale celeste preoccupati e studiati di averne almeno due paia, e allora
sicuramente avrai il mezzo per volare alle cose celesti. Senza dubbio avevano
quattro ali e per questo mostravano di essere animali celesti e non terrestri, quei
quattro animali che il profeta Ezechiele vide e, vistili, li descrisse: Quattro volti
a ciascuno, disse, e a ciascuno quattro ali (Ezech. 1,6). Con due poi, come qui
leggi, velavano il loro corpo: infatti con le altre due senza dubbio volavano.
Così anche tu quando incomincerai ad avere già quattro ali, quando ti riterrai
già un animale celeste, e riterrai di possedere già un corpo celeste, nondimeno
tuttavia sforzati di velano sotto le ali suddette. Vi sono infatti corpi celesti e
corpi terrestri, e altra è la gloria di quelli celesti e altra la gloria di quelli
terrestri. Altra è la luce del sole, altra quella della luna, e una stella differisce
dall’altra per la luce (1 Cor. 15). Se dunque tutto il tuo corpo sarà splendente,
non avendo in sé alcuna parte di tenebre, tuttavia sarà utile nasconderlo agli
occhi dell’umana superbia, e temperare l’orgoglio della stima di sé con la
considerazione della mutevolezza delle cose umane. Non sa infatti l’uomo la
sua fine, ma come i pesci vengono presi all’amo, e gli uccelli vengono presi al
laccio, così gli uomini vengono colti dalla sventura quando essa li sorprende
all’improvviso (Eccl. 9,12).
Pertanto è bene per l’uomo dissimulare i suoi beni, e non avere alcuna