Page 14 - La Grazia della Contemplazione
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procedere alla conoscenza delle cose ignote attraverso la conoscenza di quelle
                  note.  È  proprio  della  quinta  guidare  la  ragione  alla  conoscenza  delle  cose
                  intelligibili.  È  proprio  della  sesta  trascendere  e  quasi  calpestare  ogni  umano
                  ragionamento nella conoscenza delle cose intelligibili. È poi elemento comune
                  dei  primi  tre  generi  di  contemplazione  il  non  attuarsi  senza  l’intervento
                  dell’immaginazione; nel primo infatti l’immaginazione si trova quasi al di sotto
                  della  ragione.  Nel  secondo  accoglie  la  ragione.  Nel  terzo  l’immaginazione
                  ascende  alla  ragione.  Parimenti,  essendo  elemento  comune  degli  ultimi  tre  il
                  non  attuarsi  senza  l’intelligenza  pura,  nel  primo  di  essi  (cioè  nel  quarto)  la
                  stessa intelligenza si inclina alla ragione. Nel quinto innalza a sé la ragione. Nel
                  sesto l’intelligenza trascende la ragione e quasi l’abbandona sotto di sé. Essendo
                  elemento comune ai quattro generi di mezzo il non attuarsi senza la ragione, nel
                  secondo  genere  di  contemplazione  la  ragione  scende  verso  l’immaginazione,
                  quasi fino in fondo. Nel terzo trae con sé l’immaginazione fino quasi alle cose
                  più alte. Nel quarto accoglie e conduce l’intelligenza che quasi scende su di lei.
                  Nel quinto la ragione ascende all’intelligenza quasi sopra se stessa, e indugia
                  con lei nei suoi elementi sublimi. Nel primo pertanto l’immaginazione riposa in
                  se stessa, come anche l’intelligenza. Nel sesto si raccoglie in sé e indugia su se
                  stessa. Nel secondo la ragione scende al di sotto di sé. Nel quinto essa ascende
                  sopra  sé.  Nel  terzo  l’immaginazione  ascende  al  di  sopra  di  sé.  Nel  quarto
                  l’intelligenza  scende  al  di  sotto  di  sé.  Nel  primo  l’immaginazione  occupa  un
                  posto  infimo  e  solitario.  Nel  secondo  la  ragione  scende  al  basso.  Nel  terzo
                  l’immaginazione ascende al sommo. Nel quarto l’intelligenza scende in basso.
                  Nel  quinto  la  ragione  ascende  al  sommo.  Nel  sesto  l’intelligenza  occupa  un
                  posto solitario e altissimo.


                                                      Capitolo IX

                      In quale proporzione questi generi si corrispondano o come siano soliti
                                                  mescolarsi fra loro

                  Si deve notare che come gli ultimi due generi trascendono la ragione, così i due
                  di mezzo ascendono al di sopra dell’immaginazione. E come quello più alto tra
                  gli ultimi generi è solito non accogliere nessuna ragione umana, così quello più
                  elevato  dei  generi  che  abbiamo  collocato  nel  mezzo  deve  escludere  ogni
                  immaginazione. E come quello più basso tra i due generi ultimi e più elevati
                  trascende la ragione e non è tuttavia fuori della ragione, così quello più basso
                  dei  due  generi  di  mezzo  trascende  l’immaginazione,  e  tuttavia  non  si  trova
                  fuori  dell’immaginazione.  Parimenti,  come  i  due  generi  di  mezzo  scendono
                  nella pura e semplice intelligenza, così i due primi cioè i più bassi, scendono al
                  di  sotto  del  raziocinio.  Chiamo  semplice  l’intelligenza  che  non  ha  bisogno
                  dell’aiuto  della  ragione  e  pura  quella  che  non  ha  bisogno  del  concorso
                  dell’immaginazione. Ma come quello più alto tra i due generi di mezzo scende
                  al di sotto della semplice intelligenza, e non resta tuttavia qui, perché di quelle
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