Page 117 - La Grazia della Contemplazione
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Capitolo XIV
Il terzo modo del trascendimento si realizza solitamente per la grandezza
della gioia
Resta da mostrare, in terzo luogo, come la mente cada spesso in estasi e si
trascenda per la grandezza della gioia e dell’esultanza. Questo, terzo modo del
trascendimento mi pare che sia convenientemente indicato in quelle parole del
Cantico dei cantici che abbiamo ricordato per ultime. Dice la Scrittura: Chi è
costei che sale dal deserto stillante deliziosi profumi, appoggiata al suo diletto? (Cant.
8,5). Se giustamente si intende per deserto il cuore umano, che cosa sarà questa
salita dai deserto se non il trascendimento d’ella mente? L’anima sale dal
deserto quando sopravanza se stessa quando abbandonando se stessa, si
immerge nel cielo per mezzo della contemplazione e della devozione,
volgendosi alle sole cose divine. Ma viene poi indicata la causa di questa salita
nel fatto che colei che ascende, stilla profumi deliziosi, il che rappresenta
l’abbondanza e la pienezza delle gioie spirituali. Stillare delizie è la gioia
divinamente donata e abbondantemente infusa della dolcezza. Non possono
dare abbondanza di queste delizie né possono dare una vera gioia le false
ricchezze. Non sarebbero false ricchezze quelle che donassero abbondanza di
quella gioia.
Hanno forse queste delizie coloro che credono, che sia gioia stare tra le ortiche? (Gb.
30,7). Anche gli empi possono avere le ricchezze esteriori e false, benché non
possano avere affatto la vera gioia, a meno che noi non riteniamo che sia falsa
quella profezia: Il Signore dice: Non v’è pace per gli empi (Is. 48,22). Tutte le
volte che tu sei privo delle vere interiori delizie, anche se hai abbondanza dell’e
ricchezze esteriori, puoi cantare con il Profeta: Sono povero e indigente (Sal. 85,1).
Non era forse re potente e ricco, signore del popolo, colui che diceva queste
cose? Quali saranno dunque quelle ricchezze e quali delizie potranno portare,
se la loro abbondanza deve diventare povera e mendicare altrove la vera gioia?
Io sono povero e mendico; il Signore è sollecito verso di me (Sal. 39,18).
L’abbondanza di queste delizie e della vera gioia non puoi né sperarla né averla
se non nell’interiore gioia dell’anima divinamente infusa di dolcezza: Chi è
costei, che sale dal deserto stillando delizie? (Cant. 8,5). Non dice che ha delizie, ma
che stilla delizie, poiché non qualsiasi esperienza di queste delizie, ma la loro
stillante abbondanza fa sorgere e porta alla perfezione l’ascesa. È ovvio che, per
quanto noi miglioriamo non possiamo avere sempre queste delizie finché siamo
in questa vita. Nel tempo in cui l’anima è priva di tale abbondanza, non può
assurgere al trascendimento del quale parliamo, poiché in ciò si richiede che
stilli delizie.
Credo anzi che altro sia ascendere stillando, e altro stillare ascendendo, così
come è diverso io stillare dalla causa dello stillare.
L’abbondanza delle delizie è causa della salita, quando in ragione di quella