Page 116 - La Grazia della Contemplazione
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legazione quella che non solo può insegnare ogni cosa, ma anche persuadere a
ciò che desidera colui che l’ha mandata. Sentite quale legazione ci promette
l’apostolo Giovanni: La sua unzione vi insegnerà ogni cosa (Gv. 2,27). Ma che cos’è
questa unzione se non l’ispirazione divina? Questo è quel nunzio che a lungo
abbiamo cercato, questa è la legazione veramente potente che può indurre
l’anima umana alla verità, piegandola alla volontà divina. Tale messaggero
libera l’anima dai legami della concupiscenza, la scioglie dalle tenebre della sua
ignoranza c parimenti infonde quando vuole e come gli piace la conoscenza e
l’amore delle cose eterne. Conobbe tali messaggeri colui che, nella sua
liberazione diceva: Mi mandò messaggeri dal cielo e mi liberò (Sal. 56,4). Ma forse è
desiderabile sapere quale fu quella legazione che liberò l’anima dalla sua
prigionia? Dio mandò la sua misericordia e la sua verità e liberò l’anima mia (Sal.
56,4-5). L’angelo viene con la luce della divina misericordia portando la verità.
La misericordia porta la verità e l’unzione insegna. Dio manda la sua
misericordia e la sua verità e libera l’uomo dalla sua prigionia, cioè ispira la
verità per mezzo della sua misericordia e con la verità rafforza l’anima nelle
virtù. Chi mai è potuto sfuggire pienamente ai pericoli della sua anima, se non
ha potuto meritare i benefici di questa legazione? Felice Pietro che non solo ha
meritato di venire liberato dall’angelo, ma anche poté seguirlo. Non tutti quelli
che sono liberati dall’angelo seguono le sue tracce. Non tutti gli apostoli liberati
dall’angelo hanno seguito. Ma Pietro riceve l’ordine dal suo angelo liberatore di
seguirlo. Che significa ciò? vedere la via dell’angelo seguire i viventi celesti e
alati. Pensa quali sono stati la liberazione e il miglioramento dell’angelo che
precede e di chi segue, se né le guardie né le porte di ferro poterono trattenerli!
Veramente angelico e più che umano è uscire dal carcere tenebroso dell’umana
debolezza e passare attraverso i luoghi stretti e difficili dell’impossibilità. Pensa
all’uscita dell’uomo prima che peccasse o a quella che avrebbe avuto se non
avesse peccato, attraverso la quale avrebbe potuto passare facilmente dal
mondo al cielo, dai beni visibili a quelli invisibili, da ciò che è temporale a ciò
che è eterno. Avrebbe avuto la possibilità di rimanere ogni giorno con i cittadini
del cielo nella contemplazione, di entrare nei segreti divini e di accostarsi alla
gioia interiore del Signore. Pensa quindi come questa via che prima era
facilmente praticabile, sia stata in seguito chiusa dalla severità divina dopo il
peccato, dalle porte della dura necessità e dalle catene dell’impossibilità. Forse
troverai che cosa tu debba pensare di questa porta di ferro. Se non puoi scoprire
tali cose, cerca di saperlo da coloro che conoscono questa porta di ferro per
averla spesso attraversata e che, a somiglianza di Pietro che seguiva l’angelo,
l’hanno trovata spesso aperta. Tutto ciò è molto al disopra dell’uomo, poiché
Pietro avanzò oltre se stesso e apprese ogni cosa con una esperienza particolare.
In caso contrario, se cioè non fosse ritornato a sé dopo essersi trasceso, non
sarebbe scritto di lui: E Pietro tornato in sé disse: Ora veramente so, ecc. (At. 12,11).
Molte cose si sarebbero dovute dire a questo proposito. Ma basti l’aver provato,
con la testimonianza di Pietro come talvolta la divina rivelazione possa
prevenire la ricerca della’ nostra meditazione e suscitare l’anima addormentata,
sollevandola oltre se stessa dalla sua deiezione.