Page 121 - La Grazia della Contemplazione
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Colui che è avanzato in questa grazia, quando sente che gli viene levata oltre
misura, sa cosa debba fare per essere aiutato a ritrovarla. Sa anche come
rendere la sua anima, per quanto sta in lui, adatta a questo compito. L’anima
deve dunque ritrovare in se stessa l’esultanza con la meditazione del proprio
cuore e richiamare alla memoria i doni divini, sollecitarsi con tale ricordo a una
profonda e devota azione di grazia. Mentre dunque l’affetto del cuore si volge
con piena devozione a testimoniare e magnificare il Signore, apre uno spiraglio
per così dire, per mezzo del quale nel vaso del nostro cuore vengono infuse la
celeste dolcezza e grande abbondanza della divina soavità. Per questo il profeta
Eliseo, avendo chiesto la parola del Signore, sentendo di non avere in quel
momento lo spirito di profezia, fece condurre a sé un suonatore di cetra e
mentre cantava ebbe lo spirito profetico nel quale parlò (4 Re 3). Forse qualcuno
potrebbe chiedere che cosa significhi il fatto che il profeta del Signore richiese
un cantore o perché egli ebbe lo spirito di profezia, mentre quegli cantava.
Sappiamo che una dolce armonia solitamente solleva il cuore e richiama alla
memoria la gioia. Senza dubbio quanto più l’amore dell’armonia prende
l’anima, tanto più l’armonia tocca l’affetto; e tanto più profondamente si è
toccati dall’affetto, tanto più si è rinnovati ai suoi desideri. Che cosa dobbiamo
pensare di quel profeta se non che l’armonia esteriore rinnovò il ricordo
dell’armonia spirituale? La melodia richiamò e sollevò l’anima sua alla gioia.
Perché dunque non pensiamo della vera gioia spirituale ciò che sperimentiamo.
del vano piacere corporale? Il solo ricordo del piacere carnale rapisce la mente
nel pia cere della carne. Negli uomini spirituali la gioia spirituale ha la stessa o
anzi una maggior efficacia. Quella melodia fu per il santo profeta come una
scala che io sollevò alla gioia già conosciuta e quella memoria che è per gli
uomini carnali una rovina, fu per lui un’occasione di salita. Pensi chi può
quanto profondamente e intimamente la memoria della dolcezza sopraceleste lo
abbia raggiunto, mentre il cantore salmodiava; essa lo rapi sopra s stesso e
riportò in lui lo spirito profetico.
Capitolo XVIII
Ciò che può rinnovare tale grazia
Chiunque tu sia, se hai solitamente abbondanza di gioie spirituali e se,
appoggiata al tuo diletto, sali dal deserto e ti sollevi a visioni trascendenti con
una gioia improvvisa e impensabile; se vieni innalzata dallo spirito profetico e
dalla rivelazione divina; impara dall’esempio del profeta che cosa tu debba fare
in caso di necessità, affinché tu abbia a portata di mano il mezzo per riportare la
tua anima alle sue delizie. Ma per dire brevemente ciò che di questo pensiamo,
ricordiamo che il cantore è l’esaltazione del cuore in Dio. Volle che noi
avessimo sempre un tale cantore colui che ha detto: Rallegratevi nel Signore ed