Page 119 - La Grazia della Contemplazione
P. 119
ciò si vela il senso della Scrittura, diciamo con più precisione che speculazione
significa guardare per mezzo di uno specchio e contemplazione significa vedere
la verità senza alcun velame. I colli esultano come gli agnelli, quando la grande
gioia interiore li solleva oltre se stessi fino a che possano vedere i segreti celesti
nello specchio e in enigma (1 Cor. 13). I monti esultano come gli arieti, quando,
essendo grandi, vedono nella trascendenza della loro gioia la pura e semplice
verità. Questo i più piccoli lo possono vedere solo nello specchio, in enigma.
Capitolo XV
Ogni trascendimento sopravanza la misura della capacità e dei meriti
dell’uomo
Nessuno però presuma che tanta esultanza del cuore o il trascendimento
dipendono dalle sue forze, o ne attribuisca a sé il merito. È chiaro che ciò non è
opera del merito umano, ma del dono divino. Per questo colei che sale dal
deserto si appoggia al suo diletto, il che significa che s’avanza non con le sue
forze, ma per la protezione di lui. Appoggiarsi al diletto significa non
presumere affatto delle proprie forze. Per quanto mi sembra non si può nulla
per la propria personale capacità e per la propria prudenza soprattutto là dove
si tratta di salire dal deserto; ma non si può nulla nemmeno mentre si è nel
deserto. Tutto ciò sa bene io sposo, e per questo la conduce in una nube di
giorno e nella luce del fuoco di notte. Come potrebbe essa sostenere il peso e il
calore del giorno, se non all’ombra di colui che essa ama? o quale luogo
potrebbe essere sicuro dal timore della notte, soprattutto nel deserto, dove c’è
orrore e solitudine, se egli non mandasse la luce, la sua verità? Infine non
avrebbe come moderare il calore della concupiscenza, se la virtù dell’Altissimo
non l’adombrasse. Nondimeno le mancherebbe la possibilità di illuminare le
tenebre della sua ignoranza, se non vedesse la sua luce. Per questo sta scritto:
Tu dai la luce alla mia lanterna, o Signore e Dio mio, illumina le mie tenebre (Sal.
17,29). La sposa accoglie dallo sposo i rimedi contro i due mali principali: la
nube del refrigerio contro la concupiscenza e la luce della rivelazione contro
l’ignoranza della mente. Spesso l’uomo conosce la via della verità, ma non può
prenderla perché viene sviato dalla sua concupiscenza; ed ha una conoscenza
diurna, ma non ha la nube della frescura della grazia. Molti invece hanno lo
zelo, ma non la conoscenza; costoro non sentono il turbamento della
concupiscenza, e riposano nel refrigerio della notte; ma non hanno il fuoco.
della grazia illuminante. È bene sperare nel Signore e non presumere di sé.
Beati coloro che lo hanno avuto come velo nel giorno e come luce di stelle nella
notte, poiché Egli ha posto una nube a loro protezione e un fuoco che
rischiarasse la loro notte. Tutto ciò conosce bene la sposa e per questo
s’appoggia al diletto suo; di lei sta scritto: Chi è costei che sale dal deserto, stillando
delizie, appoggiata al suo diletto? (Cant. 8,5).