Page 9 - La Gerarchia Celeste
P. 9
della bellezza intelligibile; in secondo luogo, perché questi stessi vestigi
possono ricondurci alla purezza delle forme primitive, se siamo fedeli alle
regole anteriormente tracciate, cioè a dire, se distinguiamo in qual diverso
senso una stessa figura si applichi ugualmente bene alle cose spirituali e
alle cose sensibili.
V. Del resto la teologia mistica, come é noto, non usa questo linguaggio
santamente figurativo soltanto quando si tratta degli ordini celesti, ma
anche quando parla degli attributi divini. Cosicché la divinità velata sotto
le più nobili sostanze, ora é il sole della giustizia, (Malachia IV,2) la stella
del mattino che sorge dal fondo dei cuori pii, (Apocalisse XXII, 16) o la
luce spirituale che ci avvolge nei suoi raggi; ora, rivestendosi di simboli
più grossolani, é un fuoco che brucia senza estinguersi, (Esodo, II, 2)
un'acqua che dà la vita a sazietà e che, per parlare figuratamente,
discende nei nostri petti e scorre a fiotti inesauribili; (S. Giovanni VI, 38)
ora infine, travestita sotto i simboli di infimi oggetti, é un profumo soave,
(Cantico dei Cantici I, 2) una pietra angolare. (Lettera agli Efesii II, 20) Le
Scritture stesse la presentano sotto forme animali (Osea XIII, 7)
paragonandola al leone, alla pantera, al leopardo e all'orso in furore. Ma
vi é qualche cosa che potrebbe sembrare anche più ingiurioso e più strano
: ed é che il Signore stesso, si é chiamato un verme della terra, (Salmo XXI,
7) come ci insegnano i nostri maestri nella fede.
Così tutti quelli che, pieni di saggezza divina, parlano il linguaggio della
sacra ispirazione, conservano alle cose sante la loro originale purezza
mediante queste imperfette e volgari indicazioni; e si servono di questo
felice simbolismo in modo che, mentre da un lato i profani non penetrano
il mistero, né gli uomini piamente attenti si attengono con rigore a queste
parole puramente figurative, dall'altro le realtà celesti brillano attraverso
alle formule negative che rispettano la verità, ed alle comparazioni la cui
giustezza si nasconde sotto un'apparenza ignobile. Non è dunque male,
per le ragioni che si son dette, attribuire alle nature spirituali forme che
non assomigliano loro se non da lontano.
Infatti, se la difficoltà di comprendere ci ha spinti alla ricerca, e se una
scrupolosa investigazione ci ha condotti fino all'altezza delle cose divine,
forse lo dobbiamo alle disprezzabili apparenze attribuite ai santi angeli;
poiché, in tal modo, la nostra intelligenza non potendo assuefarsi a quelle
ripugnanti immagini, era costretta a spogliarsi di ogni concezione
materiale e si abituava facilmente ad elevarsi dal simbolo fino alla
purezza del tipo. Ciò sia detto per giustificare le Scritture di aver travisato