Page 32 - La Gerarchia Celeste
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manifesti affatto alle nature intelligenti nella misura che esse ne sono
capaci; poiché, conferendo la grazia della luce agli spiriti superiori, per
mezzo di essi la trasmette agli spiriti inferiori con armonia e perfezione,
nella misura che la condizione e l'ordine di ciascun d'essi comporta. Ci
spiegheremo più chiaramente per mezzo di esempi, i quali sebbene mal
convengano alla suprema eccellenza di Dio, pure aiuteranno la nostra
debole intelligenza. Il raggio del sole penetra facilmente quella materia
limpida e leggera che incontra prima di tutto, e dalla quale esce pieno di
luce e di splen dore; ma se si riflette su corpi più densi, per quello stesso
impedimento ch'essi oppongono naturalmente alla diffusione della luce,
non brilla più che d'una luce velata e fosca, e via via affievolendosi
gradatamente, diventa quasi insensibile.
Similmente il calore del sole si trasmette con più intensità agli oggetti che
sono più suscettibili di riceverlo e che si lasciano più agevolmente
assimilare dal fuoco; in seguito la sua azione apparirà come nulla o quasi
nulla a contatto con certe sostanze che gli sono opposte o contrarie; infine,
e ciò è ammirabile, raggiungerà, per mezzo delle materie infiammabili,
quelle che non sono tali, dimodochè, in determinate circostanze, invaderà
prima i corpi che hanno con lui qualche affinità, e per mezzo di essi si
comunicherà mediatamente tanto all'acqua, quanto ad ogni altro
elemento che sembra respingerlo. Ora, questa legge del mondo fisico si
ritrova nel mondo superiore. Ivi il sommo autore di ogni bell'ordine tanto
visibile che invisibile, fa brillare prima di tutto sulle sublimi intelligenze
gli splendori della sua dolce luce, e quindi i santi e preziosi irradiamenti
passano mediatamente sulle intelligenze subordinate. Così quelle che per
prime sono chiamate a conoscere Dio, e nutriscono l'ardente desiderio di
partecipare alla sua virtù, si elevano all'onore di ricopiare veracemente in
se stesse, per quanto é possibile alle creature, quella augusta immagine, e
dipoi si applicano con amore ad attirare verso lo stesso fine le nature
inferiori, facendo loro pervenire i ricchi tesori della santa luce, che queste
continuano a trasmettere ulteriormente.
Così ciascuna comunica il dono divino a quella che la segue, e tutte
partecipano, secondo il loro grado, alla munificenza della Provvidenza
divina. Dio è dunque, usando un linguaggio appropriato, realmente e per
natura, il principio supremo di ogni luce, perché è l'essenza stessa della
luce, e perché l'essere e la visione vengono da lui; ma a sua imitazione e
per i suoi decreti ogni natura superiore è in certo modo principio
d'illuminazione per la natura inferiore, poiché a guisa d'un canale, lascia
scorrere fino a questa le onde della luce divina. Perciò tutti gli ordini