Page 29 - La Gerarchia Celeste
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Virtù,  e  inoltre  non  partecipano  a  tutte  le  loro  proprietà;  e  tuttavia  li
                  chiamiamo Virtù celesti come gli altri sublimi spiriti.

                   II.  Nondimeno,  generalizzando  così  questa  denominazione,  non
                  intendiamo  di  confondere  le  proprietà  dei  diversi  ordini;  soltanto,  allo
                  stesso modo che per la legge sublime del loro essere, si distingue in tutti i
                  puri  spiriti  l'essenza,  la  virtù  e  l'atto;  se  tutti  o  qualcuno  di  loro  sono
                  chiamati  indifferentemente  essenze  o  virtù  celesti,  bisogna  pensare  che

                  questa locuzione designa quelli di cui vogliamo parlare, precisamente per
                  l'essenza o la virtù che li costituisce. Certo, dopo le distinzioni così nette
                  da  noi  stabilite,  non  vorremo  attribuire  alle  nature  meno  perfette
                  prerogative sovreminenti e turbare in tal guisa  l'armonioso accordo che
                  regna tra gli ordini degli angeli; perché, come si é già notato più di una
                  volta, gli ordini superiori possiedono eccellentemente la proprietà degli
                  ordini  inferiori;  ma  questi  non  sono  dotati  di  tutta  la  perfezione  degli
                  altri,  i  quali,  ricevendo  senza  intermediario  gli  splendori  divini,  non  li
                  trasmettono alle nature inferiori se non in parte e nella misura che queste
                  ne sono capaci.




                                                   CAPITOLO XII



                  Il perché si da il nome di angeli ai pontefici della nostra gerarchia.


                   ARGOMENTO.  -  I.  Si  cerca  di  trovare  la  ragione  per  la  quale  il  prete
                  vien chiamato da un profeta l'angelo del Signore Onnipotente, mentre é
                  certo che la perfezione dei superiori non si trova negli inferiori.  - II. Si
                  risponde  che  gli  inferiori,  per  quanto  non  uguaglino  la  perfezione  dei
                  superiori,  gli  imitano,  gli  assomigliano  per  qualche  lato,  e  possono
                  ricevere il loro nome. - III. Si conferma l'opportunità di questa soluzione,
                  osservando che gli angeli e gli uomini sono chiamati, talvolta, Dei.


                   I.  Coloro  che  si  applicano  alla  meditazione  dei  nostri  profondi  oracoli
                  pongono anche questa questione: se é vero che l'inferiore non partecipa
                  interamente  delle  qualità  del  superiore,  perché  nella  Santa  Scrittura  i
                  nostri pontefici sono chiamati angioli del Signore Onnipotente? (Malachia
                  II. 7 - Apocalisse II).
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