Page 25 - La Gerarchia Celeste
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II.  L'ordine  degli  Arcangeli  appartiene  alla  stessa  divisione  dei  santi
                  Principati. E vero tuttavia, come ho detto altrove, che formano una sola e
                  medesima divisione con gli Angeli. Ma poiché ogni gerarchia comprende
                  prima, seconda e terza potenza, l'ordine sacro degli Arcangeli é un centro
                  gerarchico in cui gli estremi si trovano armoniosamente riuniti. Infatti ha
                  qualche cosa di comune coi Principati e con tutti gli angeli. Come i primi,
                  si tien volto appassionatamente verso il principio sovraessenziale d'ogni
                  cosa,  si  studia  di  divenire  simile  a  lui  e  conduce  gli  Angeli  alla  unità
                  coll'invisibile  sforzo  d'una  autorità  saggia  e  disciplinata;  come  gli  altri
                  compie le funzioni di ambasciatore, e ricevendo dalle nature superiori la
                  luce dovutagli, la trasmette, con divina carità, prima agli Angeli e poi per
                  loro mezzo, agli uomini, secondo le disposizioni proprie di ogni iniziato.
                  Poiché, come già si é visto, gli Angeli completano i diversi ordini degli
                  spiriti  celesti  e  solo  in  ultimo,  dopo  tutti  gli  altri,  vien  data  loro  la
                  perfezione angelica.


                  Per questa ragione e rispetto a noi, il nome di Angeli si adatta meglio a
                  loro  che  ai  primi,  poiché  le  funzioni  del  loro  ordine  ci  sono  più  note  e
                  riguardano il mondo più da vicino. Infatti, bisogna pensare che la prima
                  gerarchia,  più  prossima  per  il  suo  ordine  al  santuario  della  Divinità,
                  governa la seconda con mezzi misteriosi e segreti; che la seconda, a sua
                  volta,  accogliendo  le  Dominazioni,  le  Virtù  e  le  Potenze,  guida  la
                  gerarchia  dei  Principati,  degli  Arcangeli  e  degli  Angeli  in  modo  più
                  chiaro della prima, ma tuttavia più occulto della terza; e che questa infine,
                  meglio  conosciuta  da  noi,  regge  le  gerarchie  umane,  l'una  per  mezzo
                  dell'altra,  affinché  l'uomo  si  innalzi  e  si  volga  a  Dio  e  comunichi  e  si
                  unisca  con  lui,  seguendo  gli  stessi  gradi  per  i  quali,  mediante  la
                  meravigliosa  subordinazione  delle  varie  gerarchie,  la  divina  bontà  ha
                  fatto discendere verso di noi le sante emanazioni della luce eterna. Perciò
                  i  teologi  assegnano  agli  Angeli  la  presidenza  delle  nostre  gerarchie,
                  attribuendo a S. Michele il governo del popolo ebreo, e ad altri il governo
                  di  altri  popoli  (Daniele  X);  poiché  l’Eterno  ha  limitato  le  nazioni  in
                  ragione del numero degli Angeli (Deuteronomio XXXII).


                   III. Se dunque si domanderà perché gli Ebrei soli furono chiamati alla
                  conoscenza della verità, noi risponderemo che non bisogna imputare al
                  governo dei buoni Angeli la caduta universale dei popoli nella idolatria,
                  ma che volontariamente, da se stessi,  gli uomini hanno abbandonata  la
                  via che conduce a Dio, trascinati dall'orgoglio e dalla perversità, verso il
                  culto ignominioso delle divinità menzognere. Del resto possiamo provare
                  che lo stesso accadde al popolo d' Israele. «Tu hai rifiutato la conoscenza
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