Page 27 - La Gerarchia Celeste
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del  Signore»  (Deuteronomio  XXXII).  E,  nell'intento  di  mostrare  che  alla
                  pari  degli  altri  popoli  Israele  era  stato  affidato  ad  un  angelo  perché
                  imparasse a conoscere sotto la sua direzione l'unico principio di tutte le
                  cose, riferisce che San Michele é la sacra guida dei Giudei (Daniele X).

                  Con ciò vuol farci intendere che non esiste nell'universo che una sola e
                  medesima Provvidenza, infinitamente innalzata per la sue stessa natura
                  al disopra di tutte le potenze visibili ed invisibili, e che l'angelo assegnato

                  ad  ogni  nazione,  attira  verso  la  Divinità,  come  verso  il  loro  proprio
                  principio,  quei  che  lo  seguono  con  tutto  il  potere  della  loro  buona
                  volontà.




                                                    CAPITOLO X



                  Riassunto e conclusione di ciò che è stato detto intorno all'ordine angelico.


                   ARGOMENTO. - Si espone: I. Che gli angeli più eccelsi sono illuminati
                  da  un  più  perfetto  splendore.  -  II.  Che  la  subordinazione  gerarchica  si
                  mantiene in questa trasmissione di luce. - III. Che gli angeli e gli uomini
                  sono dotati d'un triplice potere.

                   I. Da ciò che é stato detto si deve concludere che le intelligenze del prima

                  ordine,  che  si  avvicinano  di  più  alla  Divinità,  santamente  iniziate  dagli
                  augusti  splendori  che  ricevono  immediatamente,  si  illuminano  e  si
                  perfezionano sotto l'influenza d'una luce a un tempo più misteriosa e più
                  evidente; più misteriosa perché é più spirituale e dotata d'una maggiore
                  potenza di semplificare e di unire; più evidente, perché, attinta alla sua
                  scaturigine, brilla del suo splendore primitivo, ed è più intera e penetra
                  meglio  in  quelle  pure  essenze.  A  questa  prima  gerarchia  obbedisce  la
                  seconda, questa comanda alla terza, e la terza é destinata alla gerarchia
                  degli uomini. In tal modo, con divina armonia e giusta proporzione, esse
                  si  elevano,  l'una  per  mezzo  dell'altra,  verso  Colui  che  é  il  sommo
                  principio e la fine di ogni bell'ordine.




                  II.  Ora,  tutti  gli  spiriti  sono  gli  interpreti  e  i  messaggeri  d'una  potenza
                  superiore. I primi portano gli ordini immediati della Divinità, e gli altri li
                  ricevono per trasmetterli a quelli che vengon dopo. Poiché il nostro Dio,
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