Page 17 - La Gerarchia Celeste
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II. Ora, la teologia ha designato con nomi diversi tutte le nature
angeliche; e il nostro divino iniziatore le distribuisce in tre gerarchie, di
cui ciascuna comprende tre ordini. Secondo lui, la prima circonda sempre
la Divinità e si unisce indissolubilmente ad essa in modo più diretto delle
altre due, (Ezechiele I; Isaia VI) testimoniando la Scrittura in modo non
dubbio, che i Troni e gli ordini ai quali si attribuiscono occhi ed ali, e che
in ebraico si chiamano Cherubini e Serafini, sono posti immediatamente
dopo Dio e meno separati da lui che gli altri spiriti. In tal modo, secondo
la dottrina dei nostri illustri maestri, da questi tre ordini risulta una sola e
medesima gerarchia; la prima, che é la più divina e che attinge
direttamente alla sorgente gli splendori eterni. Nella seconda si trovano le
Potenze, le Dominazioni e le Virtù. Infine la terza ed ultima si compone
degli Angeli, degli Arcangeli e dei Principati.
CAPITOLO VII
Dei serafini, dei cherubini, e dei troni che formano la prima gerarchia.
ARGOMENTO. - Si insegna: I. ciò che significano i nomi: Cherubini,
Serafini e Troni. - II. qual'é la dignità della prima gerarchia, la sua forza
contemplativa e la sua perfezione. - III. che gli spiriti inferiori sono
iniziati alla scienza divina dai superiori, e gli spiriti del primo ordine da
Dio stesso, e che tutti ricevono rispettosamente la luce che é loro
accordata. - IV. quale é la funzione di questa prima gerarchia.
I. Accettando questa distribuzione delle sante gerarchie, noi affermiamo
che ogni nome dato alle intelligenze celesti é il segno delle proprietà
divine che le distinguono. Così, secondo le testimonianze dei dotti ebrei,
la parola Serafini significa luce e calore, e la parola Cherubini, pienezza di
scienza e sovrabbondanza di saggezza. Conveniva, senza dubbio, che la
prima gerarchia celeste fosse formata dai più sublimi spiriti; poiché tale é
l'ordine che essi occupano al di sopra di tutti gli altri, poiché la Divinità,
per una relazione immediata e diretta, lascia fluire sovr'essi più
puramente ed efficacemente gli splendori della sua gloria e le conoscenze
dei suoi misteri. Si chiamano dunque fiamme ardenti, troni, fiumi di
sapienza, per esprimere con queste denominazioni le loro divine
abitudini. In tal modo il nome di Serafini indica manifestamente il loro