Page 15 - La Gerarchia Celeste
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Ma innalzando gli occhi verso rivelazioni anche più sublimi, osservo che
                  il principio sopraessenziale delle sostanze celesti, il Verbo, assumendo la
                  nostra  natura,  senza  alterare  la  sua,  non  disdegnò  di  accettare  l'ordine
                  delle  cose  stabilito  per  l'umanità;  ed  anzi  si  sottomise  docilmente  alle
                  prescrizioni che Dio, suo padre, gli impose per mezzo degli Angeli. Infatti
                  a  Giuseppe  è  rivelata  da  un  angelo  la  volontà  divina  circa  la  fuga  in
                  Egitto, e similmente il ritorno in Giudea. E tutta la vita del Signore offre
                  l'esempio  della  stessa  subordinazione  :  e  voi  conoscete  troppo  bene  la
                  dottrina delle nostre tradizioni sacerdotali perché debba ricordarvi che un
                  angelo fortificò Gesù agonizzante, e il Salvatore stesso fu chiamato angelo
                  del  gran  Consiglio,   quando,  per  operare  felicemente  là  nostra
                  redenzione,  fece  parte  degli  interpreti  della  Divinità;  perché,  com'egli
                  disse, appunto in qualità di interprete, manifestò a noi tutto ciò che aveva
                  ricevuto dal Padre.




                                                    CAPITOLO V



                  Perché generalmente si chiamano Angeli tutte le celesti essenze.


                   ARGOMENTO. - I. Si insegna che il nome di Angeli, benché convenga
                  propriamente  all'ultimo  cerchio  della  gerarchia  celeste,  può  applicarsi
                  anche  agli  ordini  superiori;  poiché  essi  ne  hanno  le  qualità  e  possono
                  compierne  le  funzioni,  e  per  conseguenza  assumere  i  nomi  che
                  appartengono ai loro subalterni, ma non reciprocamente.


                   I. Ho fatto vedere, come ho potuto, perché le Scritture chiamino col nome
                  di Angeli gli spiriti beati. Mi sembra ora opportuno esaminare perché la
                  teologia  designi  indifferentemente  con  questo  comune  appellativo  in
                  generale  tutte  le  nature  celesti,  (Salmo  CII,  S.  Matteo  I.  5)  mentre
                  nell'esplicazione  particolare  di  ciascun  ordine,  insegna  che  gli  Angeli
                  occupano l'ultimo grado della gerarchia invisibile, e al disopra di loro si
                  trova la milizia degli Arcangeli, dei Principati, delle Potenze, delle Virtù e
                  di tutti gli spiriti anche più sublimi che là tradizione ci fa conoscere. Ora
                  noi  diciamo  che  in  ogni  costituzione  gerarchica  gli  ordini  superiori
                  possiedono  la  luce  e  la  facoltà  degli  ordini  inferiori,  senza  che  questi
                  abbiano  reciprocamente  la  perfezione  di  quelli.  Chiama  dunque  la
                  teologia,  giustamente,  Angeli  la  moltitudine  sacra  delle  supreme
                  intelligenze, perché servono anche a manifestare lo splendore delle luci
                  divine.  Ma  per  nessun  motivo  le  celesti  nature  dell'ultimo  ordine
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