Page 35 - La Fede e le Opere
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dice infatti “ per la resurrezione della vita eterna ”, pur volendo che fosse
intesa così. Vedano, d’altro canto, che cosa potranno replicare nei
confronti del testo che dice: Chi poi non crede, è già giudicato. Qui infatti non
c’è possibilità di dubbio: o intendono giudizio nel senso di dannazione
eterna, oppure si arrischieranno a sostenere che anche i non credenti si
salveranno attraverso il fuoco, poiché il testo dice: Chi non crede, è già
giudicato, ossia è già destinato al giudizio. E non sarà una promessa di
grande beneficio per quanti credono e vivono male, dal momento che
anche quelli che non credono non dovranno subire condanna, ma
giudizio. Se poi non si arrischieranno a sostenerlo, non si azzardino a
promettere alcunché di più mite per coloro dei quali è stato detto: Saranno
giudicati secondo la legge, poiché è evidente che giudizio è usato spesso
anche per indicare dannazione eterna. Ma c’è dell’altro: troviamo che la
condizione di quanti peccano consapevolmente non solo non è affatto più
mite, ma anzi più grave. Di questi appunto fanno parte soprattutto coloro
che hanno ricevuto la legge, perché, come sta scritto, dove non c’è legge, non
c’è nemmeno trasgressione. Di qui anche il passo che dice: Non avrei
conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato ha suscitato in
me ogni sorta di desiderio. E potrei citare molte altre affermazioni che il
medesimo Apostolo dice in proposito. Da questa colpa più grave libera la
grazia dello Spirito Santo, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, la
quale, diffondendo la carità nei nostri cuori, dona la gioia della giustizia,
che sconfigge la smodatezza della concupiscenza. Da quanto detto è così
confermato che non solo non si deve pensare ad una sorte più mite, ma
addirittura ad una più grave per coloro a proposito dei quali è detto:
Quanti hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge, che non per
coloro che, peccando senza la legge, periranno senza la legge. In questo
passo dunque non indica una pena transitoria, ma quella con la quale
saranno condannati anche i non credenti.
La grazia è necessaria a tutti, sia Giudei che Gentili.
23. 44. Essi appunto fanno ricorso a questo testo per promettere la
salvezza attraverso il fuoco a coloro che, pur credendo, vivono in modo
pessimo, per cui annunziano loro: Tutti quelli che hanno peccato senza la
legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge,
saranno giudicati con la legge, come se dicesse: “ Non periranno, ma
saranno salvi attraverso il fuoco ”. Non hanno tenuto conto però che
questo discorso su quelli che hanno peccato senza la legge e quelli che
hanno peccato sotto la legge l’Apostolo l’ha fatto in riferimento ai Gentili
e ai Giudei, per dimostrare che la grazia di Cristo, che ci rende liberi, è
necessaria non soltanto per i Gentili, ma per entrambi, come del resto