Page 30 - La Fede e le Opere
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l’impudicizia, l’idolatria e l’omicidio, siano mortali e meritevoli di essere
                  punite con la scomunica, fino a che non siano risanate con una penitenza
                  più  umiliante.  Per  ora  nen  c’è  bisogno  di  chiedersi  quale  consistenza
                  abbia  questa  loro  opinione  e  se  è  da  correggere  o  da  approvare:
                  allungheremmo  l’opera  intrapresa  a  causa  di  una  questione  che  è  ben
                  poco necessaria alla soluzione del nostro problema. È sufficiente ciò che
                  sappiamo, perché, se tutte le colpe non consentono di essere ammessi al
                  battesimo, l’adulterio è tra queste; se invece non lo consentono soltanto le
                  tre sopra citate, anche di esse fa parte l’adulterio, a causa del quale è nata
                  questa discussione.

                  Forse  per  negligenza  nelle  istruzioni  ai  richiedenti  su  certi  vizi  non  si
                  indagava né si riprovava. Casi dubbi di adulterio.
                  19. 35. Ma poiché sembra che per i costumi dei cattivi cristiani, un tempo
                  addirittura pessimi, non fosse un male il fatto che uomini sposassero la
                  moglie di un altro o che donne sposassero il marito di un’altra, per questo
                  forse  si  insinuò  presso  alcune  chiese  questa  negligenza  per  cui  nelle
                  istruzioni ai richiedenti su tali vizi non si indagava né si riprovava. Così è
                  avvenuto che si è incominciato anche a difenderli. Tali vizi tuttavia sono
                  ancora  rari  nei  battezzati,  a  meno  che  non  li  facciamo  aumentare  col
                  trascurarli.  Quella  che  alcuni  chiamano  negligenza,  altri  inesperienza,  e
                  altri  ancora  ignoranza,  probabilmente  è  ciò  che  il  Signore  ha  designato
                  con  il  nome  di  sonno,  dove  dice:  Ma  mentre  tutti  dormivano  venne  il  tuo
                  nemico, seminò zizzania in mezzo al grano. È da ritenere però che tali colpe
                  non si siano manifestate subito nei costumi dei cristiani, sia pure cattivi,
                  poiché il beato Cipriano che, nella lettera sui rinnegati, ricorda molte colpe
                  deplorandole  e  stigmatizzandole,  e  dice  che,  a  causa  di  esse,  è  stata
                  giustamente provocata l’indignazione di Dio, tanto da permettere che la
                  sua  Chiesa  fosse  flagellata  con  un’intollerabile  persecuzione,  non  le
                  nomina  affatto;  non  tace  però  di  un’altra  cosa  -  confermando  così  che
                  appartiene agli stessi cattivi costumi - cioè il contrarre il matrimonio con i
                  non credenti, asserendo che ciò equivale a prostituire le membra di Cristo
                  ai  Gentili.  Questo  ormai  ai  nostri  tempi  non  è  più  ritenuto  un  peccato:
                  siccome in verità il Nuovo Testamento non prescrive nulla in proposito, lo
                  si è creduto lecito oppure lo si è lasciato come dubbio. Altrettanto incerto
                  è se Erode avesse sposato la moglie del fratello morto o vivo; per questo
                  non è chiaro che cosa Giovanni gli rimproverasse come illecito. Anche a
                  proposito di una concubina che abbia dichiarato di non volersi più unire a
                  nessun uomo, qualora sia rimandata da colui a cui è legata, a ragione si
                  dubita  se  non  debba  essere  ammessa  a  ricevere il battesimo. Anche chi
                  abbia  rimandato  la  moglie  sorpresa  in  adulterio  e  ne  abbia  sposata
                  un’altra, non sembra che debba essere assimilato nel giudizio a coloro che
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