Page 29 - La Fede e le Opere
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avviso  quando  dovrebbero  distaccarsi  da  questa  opinione,  nuova  o
                  vecchia  che  sia,  ma  comunque  dannosa,  proprio  loro  sostengano  che  è
                  una  nuova  dottrina  quella  di  non  ammettere  al  battesimo  le  persone
                  molto dissolute, che dichiarano pubblicamente di voler perseverare nelle
                  loro colpe. Quasi non so dove vogliano andare a parare, quando non si
                  permette di accostarsi ai sacramenti cristiani a meretrici, attori di teatro e
                  a  quanti  altri  fanno  professione  di  pubblica  immoralità,  se  non  dopo
                  abbiano  sciolto,  anzi  spezzato  tali  vincoli.  Secondo  la  loro  opinione,
                  infatti, tutti costoro sarebbero ammessi, se la santa Chiesa non serbasse il
                  suo antico e radicato costume, che proviene in modo evidente da quella
                  purissima verità, per la quale sa con certezza che chi commette tali azioni,
                  non  possederà  il  regno  di  Dio.  È  per  questo  che,  se  non  avranno  fatto
                  penitenza  delle  opere  morte,  non  è  loro  consentito  di  accedere  al
                  battesimo;  e  se  anche  lo  avranno  ottenuto  in  modo  furtivo,  essi  non
                  possono  essere  salvi,  a  meno  che  poi  non  si  siano  comportati
                  diversamente.  Quanto  agli  ubriaconi,  agli  avari,  ai  maldicenti  e  ad  altri
                  peccatori,  pur  detestabili,  e  che  è  difficile  convincere  con  fatti  palesi  e
                  rimproverare, tuttavia è possibile flagellarli piuttosto energicamente con
                  precetti  morali  e  istruzioni  catechistiche:  per  questo  sembra  che  tutti
                  costoro si accostino al battesimo con la volontà cambiata in meglio. Ma
                  per quel che riguarda gli adùlteri, ossia gli uomini che tengono le mogli
                  altrui come fossero le proprie o le donne che tengono i mariti altrui come
                  fossero  i  propri  -  adùlteri  che  non  la  legge  umana,  ma  la  legge  divina
                  condanna  -,  se  per  caso  ci  si  è  accorti  che  da  qualche  parte  si  è  soliti
                  ammetterli in modo piuttosto trascurato, bisogna sforzarsi di correggere
                  questi  abusi  sulla  base  dei  retti  principi,  cioè  facendo  in  modo  che
                  neppure  questi  siano  ammessi.  Non  bisogna  distorcere  i  retti  principi
                  sull’esempio  di  queste  perversioni,  fino  a  pensare  che  i  richiedenti  non
                  devono essere istruiti sull’obbligo di correggere i loro costumi e che, di
                  conseguenza, anche tutti quelli che danno prova di pubblica immoralità e
                  scelleratezza,  cioè  le  meretrici,  i  lenoni,  i  gladiatori  e  altri  dello  stesso
                  genere  debbano  essere  ammessi,  benché  perseverino  nei  loro  peccati.
                  Quelli che si comportano in modo più fermo, una volta a conoscenza di
                  tutti i peccati che l’Apostolo enumera concludendo chi commette tali azioni,
                  non  possederà  il  regno  di  Dio,  intervengono  in  modo  confacente  e  non
                  ammettono  a  ricevere  il  battesimo  coloro  che  resistono  e  dichiarano  di
                  voler perseverare nelle loro colpe.

                  Se  tutte  le  colpe  non  consentono  di  essere  ammessi  al  battesimo,
                  l’adulterio è tra queste.
                  19.  34.  Ma  anche  chi  pensa  che  tutte  le  altre  colpe  possano  essere
                  facilmente  riparate  con  elemosine,  non  dubita  che  tre  di  esse,  cioè
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