Page 27 - La Fede e le Opere
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più, come il diavolo; non è che impediamo loro di venire al Cristo, mentre
                  lo  vorrebbero,  ma  facciamo  loro  vedere  che,  in  base  alla  loro  stessa
                  dichiarazione, sono essi che non vogliono venire; non è che vietiamo loro
                  di  credere  in  Cristo,  ma  dimostriamo  loro  che  non  vogliono  credere  in
                  Cristo  coloro  che  o  escludono  che  sia  adulterio  ciò  che  egli  chiama
                  adulterio o credono che gli adùlteri possono essere sue membra, quando
                  egli, mediante l’Apostolo, dice che essi non possono possedere il regno di
                  Dio e che sono in contrasto con la sana dottrina, la quale concorda con
                  l’annuncio  della  gloria  di  Dio  beato.  Costoro,  dunque,  non  sono  da
                  annoverare tra quelli che andarono al convito di nozze, ma tra quelli che
                  non vollero andarci. Dal momento infatti che essi osano contraddire nel
                  modo più esplicito la dottrina di Cristo e opporsi al Santo Vangelo, non
                  sono respinti mentre desiderano venire, ma si guardano bene dal venire.
                  Coloro invece che, almeno a parole, anche se non con i fatti, rinunziano a
                  questo  mondo,  questi  vengono  e  sono  seminati  in  mezzo  al  grano,
                  radunati sull’aia, aggregati alle pecore, presi nelle reti e uniti ai convitati;
                  e, una volta che sono dentro, che si tengano nascosti o che si manifestino
                  chiaramente,  allora  ci  sarà  una  ragione  per  tollerarli:  se  non  si  ha  la
                  possibilità  di  correggerli,  non  si  deve  avere  neanche  la  temerarietà  di
                  escluderli. Ma guardiamoci bene dall’interpretare il testo in cui è scritto
                  che furono condotti al convito di nozze  tutti quelli che trovarono, buoni e
                  cattivi,  in  modo  da  credere  che  vi  siano  stati  condotti  anche  quelli  che
                  dichiararono di voler restare cattivi. In tal caso sarebbero stati gli stessi
                  servi del padrone di casa a seminare la zizzania, e allora sarà falso il passo
                  che dice: È il nemico che l’ha seminata, il diavolo. Ma poiché questo passo
                  non può essere falso, i servi vi condussero i buoni e i cattivi, cioè sia quelli
                  che  non  si  sarebbero  manifestati  tali,  sia  quelli  che  lo  avrebbero  fatto
                  apertamente  una  volta  accolti  e  fatti  entrare.  Ma  “buoni  e  cattivi ” può
                  essere detto anche in riferimento a quel comportamento umano per cui si
                  è  soliti  lodare  o  biasimare  anche  coloro  che  non  hanno  ancora  la  fede.
                  Così si spiega la consegna del Signore ai discepoli che invia per la prima
                  volta a predicare il Vangelo: che chiedano, in qualunque città arrivino, chi
                  è degno, per abitare presso di lui fino a che non ripartiranno. Ora, chi sarà
                  quest’uomo degno, se non colui che è ritenuto buono nella stima dei suoi
                  concittadini? E chi indegno, se non colui che si è fatto conoscere da loro
                  come  malvagio?  Perciò  alla  fede  in  Cristo  vengono  uomini  sia  dell’uno
                  che dell’altro tipo, e così vi sono condotti i buoni e i cattivi, perché anche
                  quelli cattivi non rifiutano di far penitenza per le opere morte. Nel caso in
                  cui rifiutano, però, non sono respinti mentre vorrebbero entrare, ma sono
                  essi stessi, in palese contraddizione, che rifuggono dall’entrata.

                  Chi è chiamato ad amministrare non dev’essere infingardo.
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