Page 26 - La Fede e le Opere
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l’interpretazione che propongo di questo passo, per quanto credo, non
contrasta con il criterio della verità. Comunque, se ce n’è un’altra che mi
sfugge, va senz’altro preferita; fino a che ci atteniamo a questa, però, non
siamo costretti a dire agli iniqui, agli indocili, agli empi, ai viziosi, ai
parricidi, ai matricidi, agli omicidi, ai fornicatori, agli invertiti, ai plagiari,
agli spergiuri e a quanti altri operino in modo contrario alla sana dottrina,
che concorda con l’annuncio della gloria di Dio beato: “ È sufficiente che
crediate in Cristo e che riceviate il sacramento del suo battesimo, e voi
sarete salvi, anche se non cambierete questa vostra pessima vita”.
Nella cananea viene lodata la fede congiunta alle opere.
16. 30. Questo non ce lo impone neppure quella donna cananea, per il
fatto che il Signore le concesse ciò che chiedeva, benché prima le avesse
detto: Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini; perché egli,
che scruta i cuori, la vide cambiata, quando la lodò. E appunto non disse:
“ O cane, grande è la tua fede ”, ma: O donna, grande è la tua fede. Cambiò
vocabolo, perché vide che era mutata la disposizione dell’animo e si rese
conto che il rimprovero aveva dato il suo frutto. Sarebbe invece motivo di
sorpresa se avesse lodato in lei una fede senza le opere, cioè una fede che
non fosse già in condizione di operare per mezzo dalla carità, una fede
morta, che Giacomo, senza il minimo dubbio, ha definito fede propria dei
demoni, non dei cristiani. Da ultimo, se non vogliono intendere che
questa cananea abbia mutato i suoi corrotti costumi, quando Cristo la
redarguì con un atteggiamento di distacco e quindi di biasimo, tutte le
volte che incontreranno persone disposte soltanto a credere, ma non a
nascondere la loro vita assolutamente scandalosa, anzi pronte a renderla
deliberatamente pubblica e a non volerla mutare, risanino i loro figli, se
ne sono capaci, come fu risanata la figlia della donna cananea; si guardino
bene tuttavia dal farne membri di Cristo, fino a che non smettano di
essere membri di meretrice. Di certo, essi interpretano in modo sensato
quando ritengono che pecca contro lo Spirito Santo ed è colpevole di un
peccato imperdonabile per l’eternità, colui che fino alla fine della vita non
ha voluto credere in Cristo; ma se interpretassero in modo corretto che
cosa significhi credere in Cristo, capirebbero che non vuol dire avere la
fede dei demoni, che è giustamente detta fede morta, ma la fede che opera
per mezzo della carità.
Se non si ha la possibilità di correggere i cattivi nella Chiesa, non si deve
avere neanche la temerarietà di escluderli.
17. 31. Alla luce di queste considerazioni, quando non ammettiamo al
battesimo persone di tal genere, non è che ci sforziamo di strappare la
zizzania prima del tempo, ma è che non vogliamo seminarne sempre di