Page 16 - La Fede e le Opere
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vogliono, affermino pure, contro la loro stessa asserzione, che nemmeno il
                  culto di un solo Dio e il rifiuto dell’idolatria devono essere annunciati a
                  coloro che attendono il battesimo, ma ai già battezzati; però non dicano
                  più  che  a  coloro  che  stanno  per  ricevere  il battesimo si deve richiedere
                  soltanto la fede in Dio e che, dopo che lo hanno ricevuto, si deve istruirli
                  sui  costumi  della  vita,  ossia  sul  secondo  comandamento  che  riguarda
                  l’amore del prossimo. Infatti, sono tutti e due contenuti nella legge che il
                  popolo ricevette dopo il passaggio del mar Rosso, che è come dire dopo il
                  battesimo. Non è stata fatta una distinzione tra i comandamenti in modo
                  che il popolo, prima del passaggio di quel mare, fosse istruito sull’obbligo
                  di evitare l’idolatria e, dopo il passaggio, imparasse che si deve onorare il
                  padre  e  la  madre,  che  non  si  deve  fornicare,  uccidere,  e  tutte  le  altre
                  norme di una condotta umana buona e innocente.

                  Gli oppositori vengono messi alle strette.
                  12.  18.  Supponiamo  ora  che  un  tale  venga  a  chiedere  il  santo  bagno
                  dichiarando però che non rinuncerà ai sacrifici agli idoli, se non forse in
                  seguito,  quando  lo  riterrà  opportuno;  e  che  tuttavia  pretenda  subito  il
                  battesimo e insista per divenire tempio del Dio vivo, non solo restando
                  adoratore  degli  idoli,  ma  addirittura  continuando  ad  esercitare  il
                  ministero  sacerdotale  di  qualche  empio  culto:  chiedo  a  costoro  se
                  giudichino  cosa  buona  farne  anche  solo  un  catecumeno.  Essi,  senza
                  dubbio,  grideranno  che  ciò  non  deve  avvenire:  non  ci  si  può  attendere
                  altro  dal  loro  cuore.  Ma,  alla  luce  dell’interpretazione  che  credono  di
                  dover  dare  dei  testi  delle  Scritture,  rendano  conto  del  motivo  per  cui
                  osano  opporsi  a  quest’uomo  e  ribadiscono  che  non  si  deve  ammettere,
                  malgrado egli protesti e dica: “ Riconosco e venero Cristo crocifisso; credo
                  che Gesù Cristo è Figlio di Dio: non impormi altri rinvii, non chiedermi
                  niente di più. Da coloro che generava mediante il Vangelo, l’Apostolo per
                  allora  non  voleva  che  sapessero  di  più  di  Cristo  crocifisso.  Dopo  la
                  dichiarazione  con  cui  l’eunuco  rispose  di  credere  che  Gesù  Cristo  è  il
                  Figlio  di  Dio,  Filippo  non  ebbe  più  esitazioni  a  battezzarlo.  Per  quale
                  ragione  mi  vieti  il  culto  degli  idoli  e  non  mi  ammetti  al  sacramento  di
                  Cristo,  prima  che  me  ne  allontani?  Quel  culto  io  l’ho  imparato  da
                  bambino;  vi  sono  spinto  da  una  consuetudine  molto  autorevole:  vi
                  rinuncerò  quando  potrò,  quando  sarà  il  momento  adatto.  Ma  anche  se
                  non vi rinunciassi, fa in modo tuttavia che io non finisca questa vita senza
                  il  sacramento  di  Cristo,  e  che  Dio  non  debba  chiedere  conto  a  te
                  dell’anima  mia  ”.  Cosa  ritengono  che  si  debba  rispondere  a  costui?
                  Vogliono forse che sia ammesso? No, non crederei affatto che essi arrivino
                  a tanto. Ma allora, che cosa risponderanno a uno che dicesse queste cose e
                  aggiungesse  che  non  gli  si  sarebbe  dovuto  neppure  parlare  di  lasciare
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