Page 14 - La Fede e le Opere
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uomini imparano molte cose e soprattutto che il nostro uomo vecchio è stato
crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più
schiavi del peccato. Per questo l’Apostolo dice anche di se stesso: Quanto a
me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Facciano attenzione, quindi, e guardino bene che cosa significa insegnare
e imparare Cristo crocifisso, e vedranno che rientra nella sua croce che
anche noi, nel suo corpo, siamo crocifissi al mondo: da qui si comprende
tutta la repressione delle perverse concupiscenze. In conseguenza di ciò, è
impossibile che sia consentito di vivere dichiaratamente nell’adulterio a
quanti si formano nella croce di Cristo. E infatti l’Apostolo Pietro, a
proposito del mistero della croce stessa, cioè della passione di Cristo,
ammonisce chi si consacra ad essa di smettere di peccare, così dicendo:
Poiché, dunque, Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi degli stessi
sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo, ha rotto definitivamente con il peccato,
così da vivere il tempo che gli resta da passare nella carne non più per soddisfare
alle voglie umane, ma alla volontà di Dio, e gli altri passi nei quali mostra in
modo conseguente che appartiene a Cristo crocifisso, cioè a Cristo che ha
sofferto nella sua carne, colui che crocifisse nel proprio corpo le voglie
carnali, vive bene secondo il Vangelo.
Nell’uomo non ci può essere né amore di Dio, se non ama il prossimo, né
amore del prossimo, se non ama Dio.
10. 16. E che dire: non ritengono che questa loro opinione trovi sostegno
persino in quei due comandamenti dai quali il Signore dice che dipende
tutta la legge e i profeti? Ecco come li spiegano. Siccome il primo
comandamento è così enunciato: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e il secondo in modo simile a
questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso, essi credono che il primo
riguardi i battezzandi, perché vi viene prescritto l’amore di Dio, il
secondo invece i battezzati, perché è evidente che tratta dei costumi e dei
rapporti fra gli uomini. Ma, in tal modo, essi dimenticano che sta scritto:
Se non ami il fratello tuo che vedi, come potrai amare Dio che non vedi?, e altro
ancora, nella stessa lettera di Giovanni: Se qualcuno ama il mondo, l’amore
del Padre non è in lui. Ora, da che cosa dipendono tutti i vizi dei cattivi
costumi, se non dall’amore per questo mondo? Per questo appunto quel
primo comandamento che, secondo loro, riguarda i battezzandi, non può
essere affatto osservato senza i buoni costumi. Non voglio attardarmi con
parecchi esempi; infatti questi due comandamenti, diligentemente
considerati, si rivelano così connessi tra loro che nell’uomo non ci può
essere né amore di Dio, se non ama il prossimo, né amore del prossimo, se
non ama Dio. Ma per la questione di cui ora si tratta, ciò che di questi due