Page 10 - La Fede e le Opere
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accettato  di  osservare  il  precetto  e  di  correggere  la  loro  colpa,  siano
                  considerati come grano buono e, se invece non ne avranno tenuto conto,
                  siano tollerati come zizzania, mostrano a sufficienza che non difendono
                  queste colpe e che non le considerano leggere o di nessuna entità. D’altro
                  canto,  quale  cristiano  di  buona  speranza  potrebbe  giudicare  l’adulterio
                  una colpa piccola o da nulla?

                  Gli Apostoli, nelle loro lettere, hanno dato un insegnamento valido sia per
                  i battezzandi che per i fedeli.
                  7. 11. Tuttavia pensano di ricavare dalle Sacre Scritture l’ordine secondo
                  cui queste colpe vanno corrette o tollerate negli altri. Sostengono che gli
                  Apostoli  hanno  agito  così,  e  quindi  prendono  dalle  loro  lettere  alcuni
                  passi nei quali si trova che prima hanno istruito sulle verità di fede e poi
                  hanno dato i precetti morali. Da questi passi pretendono di ricavare che ai
                  battezzandi  si  debba  proporre  soltanto  la  regola  della  fede  e  solo  in
                  seguito, quando sono ormai battezzati, si debbano dare anche i precetti
                  perchè  mutino  in  meglio  la  loro  vita.  Come  se  disponessero  di  alcune
                  lettere degli Apostoli destinate a coloro che devono ricevere il battesimo,
                  nelle  quali  si  tratti  unicamente  della  fede;  di  altre  invece  destinate  ai
                  battezzati,  nelle  quali  siano  contenuti  i  precetti  riguardanti  i  cattivi
                  costumi da evitare e quelli buoni da coltivare. Ma consta che gli Apostoli
                  hanno scritto le loro lettere ai cristiani già battezzati: perché mai allora ne
                  fa  parte  l’uno  e  l’altro  discorso,  cioè  tanto  quello  che  riguarda  la  fede
                  quanto  quello  che  riguarda  la  vita  buona?  O  forse  vogliono  che  non
                  diamo né l’uno né l’altro ai battezzandi, e che li rimettiamo entrambi ai
                  battezzati? Se una tal cosa è assurda, allora riconoscano che gli Apostoli,
                  nelle loro lettere, hanno dato un insegnamento completo per tutti e due
                  gli aspetti; ma, se la maggior parte delle volte hanno dato prima istruzioni
                  sulla fede e solo dopo hanno aggiunto ciò che attiene alla vita buona, lo
                  hanno fatto perché nell’uomo stesso se la fede non precede, la vita buona
                  non  può  seguire.  Qualunque  azione  infatti  l’uomo  abbia  compiuto  che
                  sembri retta, non deve essere detta tale se non si riferisce alla pietà che è
                  dovuta a Dio. Se poi alcuni, stolti e assai sprovveduti, ritenessero che le
                  lettere  degli  Apostoli  sono  rivolte  ai  catecumeni,  di  certo  dovrebbero
                  ammettere anche che ai non ancora battezzati, insieme con le regole della
                  fede, bisogna far conoscere i precetti morali che sono in armonia con esse.
                  A meno che per caso costoro, con la loro argomentazione, non vogliano
                  portarci alla conclusione che la prima parte delle lettere apostoliche, dove
                  si  parla  della  fede,  deve  essere  letta  ai  catecumeni,  le  parti  successive
                  invece, dove si insegna come i cristiani debbano vivere, ai fedeli. Questa
                  sarebbe  una  vera  e  propria  sciocchezza.  Dalle  lettere  degli  Apostoli,
                  dunque,  non  si  può  trarre  nessuna  prova  a  sostegno  dell’opinione
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