Page 23 - L'unione con Dio
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Tutto ciò che noi abbiamo, ha avuto inizio da Dio e gli appartiene. Una
cosa sola è nostra; Dio stesso ce la indicò con la sua parola e i suoi esempi,
quando ci ha insegnato a ricorrere alla preghiera in tutte le necessità, in
tutti i casi della vita.
L’umiltà e la confidenza in Dio rendono la preghiera efficace
Dobbiamo ricordarci che noi siamo colpevoli, miserabili, poveri,
mendicanti, infermi, indigenti, sudditi, schiavi, fanciulli, e che in noi vi è
soltanto una desolazione completa.
Sforziamoci dunque, di umiliare profondamente la nostra anima nella
prosternazione, nell’amore e nel timore; facciamo regnare in noi il
raccoglimento e la pace; aggiungiamo ai progressi misurati, sinceri,
semplici della modestia, la grandezza dei desideri, l’ardore e i gemiti del
cuore, la semplicità e sincerità dello spirito e poi supplichiamo Iddio ed
esponiamogli con grande confidenza i pericoli che ci minacciano da ogni
parte.
Liberi e fermi, senza esitazione, affidiamoci e offriamoci completamente a
lui fino nella più intima fibra.
Non siamo noi forse delle creature che gli appartengono realmente e
assolutamente?
Non serbiamo per noi nulla di noi stessi e allora s’adempirà in noi la
parola del beato Padre del deserto, Isacco, il quale, a proposito della
preghiera disse: “Noi saremo con Dio un solo spirito e Dio solo sarà per
noi tutto e in tutte le cose, quando la perfetta carità con la quale egli per il
primo ci ha amati sarà passata nell’intimo del nostro cuore (63). Ciò
avverrà, quando tutto il nostro amore ed ardore, i nostri desideri e sforzi,
tutti i nostri pensieri, tutto ciò che vediamo, diciamo, speriamo, sarà Dio
stesso; quando l’unità che esiste tra il Padre e il Figlio, tra il Figlio e il
Padre, sarà passata nei nostri sensi e nella nostra anima.
Il distacco da sé e il desiderio di Dio rendono possibile la preghiera
L’amor di Dio per noi è puro, sincero, tenace; e noi dobbiamo da parte
nostra restargli uniti con un amore perpetuo, ininterrotto.
Noi dobbiamo appartenergli in modo tale che le nostre speranze, i nostri
pensieri, le nostre parole, le nostre preghiere non siano che Dio (64).
Si deve desiderare di possedere quaggiù una idea della beatitudine
eterna
L’uomo che vive secondo lo spirito deve dirigere le proprie intenzioni, i
propri sforzi e gli avvenimenti, in modo da meritare il possesso, in corpo
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