Page 20 - L'unione con Dio
P. 20
Come resistervi
Regola da seguire in tutte le tentazioni è questa: non acconsentirvi,
appena sono sentite, ma sopportarle con pazienza, dolcezza, umiltà e
longanimità.
Se si tratta di bestemmie o di cose vergognose, non si può fare di meglio
che disprezzare tali immaginazioni o fantasie come futili.
Senza dubbio, la bestemmia è colpa, obbrobriosa, orribile; bisogna
tuttavia sprezzare simili tentazioni senza cedere a turbamenti di
coscienza. Se disprezzate così il nemico e le sue suggestioni, egli si ritirerà
ben presto. E’ troppo orgoglioso per subire lo sprezzo e la noncuranza.
Il miglior rimedio è dunque di non preoccuparsene affatto, come se si
trattasse di mosche che, nostro malgrado, ci volteggiano davanti agli
occhi.
Durante le tentazioni non bisogna allontanarsi dalla presenza di N.
Signore
Voi dunque che servite Gesù Cristo, guardatevi bene dall’allontanarvi
facilmente dalla presenza del Signore, di indignarvi, lagnarvi di queste
mosche, cioè delle tentazioni leggere, delle supposizioni, delle tristezze e
pusillanimità, degli abbattimenti e delle mille nullità che il buon volere e
un atto di elevazione a Dio possono allontanare.
L’unione a Dio si compie con la buona volontà
Per mezzo della buona volontà, l’uomo fa di Dio il proprio Signore; dei
santi angeli fa i propri custodi e protettori.
La buona volontà mette in fuga le tentazioni, come la mano scaccia le
mosche che si posano sulla fronte. “Pace agli uomini di buona volontà”
(51).
La buona volontà è, per l’anima, la sorgente di tutti i beni, la madre di
tutte le virtù.
Chi la possiede, tiene in sua mano, senza paura di perderlo, tutto ciò che
gli è necessario per vivere bene (52).
Se voi volete il bene, ma non potete compierlo, Dio ve ne compenserà
come se l’aveste compiuto (53).
Per legge eterna e immutabile Dio ha stabilito che il merito sia nella
volontà, che in cielo o in inferno la volontà faccia la ricompensa o il
supplizio (54).
La carità non è altro che una grande volontà di servire Dio, un soave
desiderio di piacergli, un bisogno fervidissimo di goderlo.
La tentazione non è un peccato, ma è la prova della virtù.
18