Page 8 - L'immortalità dell'Anima
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profonda alterazione delle proprietà che sono nel soggetto da non poter
denominare alla stessa maniera l'essere che era considerato come soggetto. Ad
esempio, la cera, quando col calore del fuoco si spande nell'aria, subisce un tale
cangiamento da farci pensare che il soggetto sia mutato. Era la cera, ma non è
più la cera. In tal caso, in nessun senso e per nessun ragionamento si può
ritenere che rimanga qualche elemento delle proprietà che appunto erano in
quel soggetto per il fatto che era quel soggetto.
che ne garantisce indefettibilità;
5. 9. Pertanto se l'anima è soggetto, come abbiamo già detto, e in essa il pensiero
esiste inseparabilmente perché di assoluta necessità, i singoli pensieri implicano
un soggetto; inoltre se è anima soltanto l'anima che ha vita e il pensiero che è in
essa implica vita e il pensiero è immortale, l'anima è immortale. È assurdo
infatti che il pensiero non soggiaccia al meccanismo se il suo proprio soggetto
cessa d'esistere. E l'assurdo si verificherebbe se avvenisse una sostanziale
mutazione dell'anima sicché il pensiero non ne rimanesse il costitutivo
essenziale assicurandole immortalità. Ora nessuna delle suddette perturbazioni
che si producono o per influsso del corpo o dell'anima ha per effetto che l'anima
non sia anima. E c'è anche il non trascurabile problema se alcune avvengano per
influsso dell'anima in maniera che essa ne sia la causa. Comunque ormai non
sono più temibili né in sé né alla nostra dimostrazione.
d) Perfetta riversibilità fra soggetto empirico o intelletto passivo...
6. 10. Osservo quindi che si deve attendere con ogni vigore dialettico per avere
scienza del significato di pensiero e delle varie definizioni che se ne possono
dare, affinché da ogni modo di definirlo si possa trarre certezza
dell'immortalità. Il pensiero è lo sguardo dello spirito per cui da sé e non
mediante il sensibile ha intuizione dell'intelligibile, o anche la pura
contemplazione dell'intelligibile, ovvero è lo stesso intelligibile che si
contempla. Nessuno può dubitare che esso, inteso nel primo senso, è nello
spirito. Sul secondo e terzo senso l'indagine è aperta. Comunque anche nel
secondo senso non è concepibile senza lo spirito. Esiste una grande controversia
nei confronti della terza accezione e cioè se l'intelligibile, di cui il soggetto
pensante ha pura intuizione, sia in sé sussistente e fuori del soggetto pensante o
possa concepirsi senza il soggetto pensante. Ma comunque sia, il soggetto
pensante non potrebbe conoscerlo analizzando se stesso, ma attraverso un
particolare congiungimento con esso. Infatti ogni oggetto che contempliamo o ci
rappresentiamo, ce lo rappresentiamo o con il senso o con l'intelletto. Ma gli
oggetti che si percepiscono col senso sono percepiti come esterni a noi e posti in
condizioni di spazio, sicché si deve ammettere che non se ne ha una
rappresentazione universale. Gli oggetti intelligibili al contrario son conosciuti