Page 3 - L'immortalità dell'Anima
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Agostino
L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA
Contro il naturalismo peripatetico: Immortalità e pensiero (1, 1-6, 11).
Contro Stratone: Immortalità e puro pensiero.
1. 1. Se la disciplina ha un suo dove essere e può essere soltanto in un soggetto
vivente, se inoltre la disciplina è per sempre, ed anche il soggetto, in cui qualche
cosa è per sempre, è indefettibile, il soggetto, in cui disciplina esiste, vive per
sempre. Egualmente, se siamo noi che formuliamo ragionamenti, cioè il nostro
essere pensante, e non può formularli secondo logicità senza la disciplina, se
inoltre non si concepisce essere pensante se non mediante la disciplina,
considerazione a parte per quello in cui non v'è disciplina, esiste nello spirito
dell'uomo la disciplina. Dunque la disciplina ha un suo dove essere. È reale
infatti ed è impossibile che un essere reale non abbia un suo dove essere. Allo
stesso modo la disciplina può essere soltanto in un soggetto vivente. È assurdo
infatti che chi non vive apprenda a conoscere e la disciplina non può essere in
chi non apprende a conoscere. Allo stesso modo la disciplina è per sempre. È
infatti necessario che un esistente che non soggiace al divenire sia per sempre
ed è innegabile che esista la disciplina. Chi ammette appunto l'impossibilità che
il diametro non sia la linea più lunga di tutte le altre che non passano per il
centro della circonferenza e riconosce che questo enunciato appartiene ad una
determinata disciplina, non può negare la non soggezione al divenire della
disciplina. Allo stesso modo è impossibile che un soggetto, in cui qualche cosa
esiste per sempre, possa cessare. È assurdo infatti che un essere che è per
sempre si separi dal soggetto in cui esiste per sempre. Quando noi formuliamo
ragionamenti, è il nostro spirito che li formula. E può farlo soltanto l'essere che
è capace di pensiero. L'essere sensibile dunque non pensa e non pensa il
soggetto pensante per la mediazione del sensibile, poiché quando tende all'atto
del pensiero trascende il sensibile. Infatti l'oggetto del pensiero è sempre il
medesimo; al contrario non v'è cosa del mondo sensibile che sia sempre la
medesima. Quindi non può aiutare lo spirito nel suo muoversi all'atto del
pensiero. È già molto che non lo impedisca. Allo stesso modo non si possono
formulare ragionamenti secondo logicità se non mediante la disciplina. Il
ragionamento è appunto atto del pensiero che da conoscenze oggettive tende
all'esame di conoscenze non oggettive. Ora per il soggetto pensante non c'è
oggettività del non pensato. Ma il soggetto pensante ha in sé l'oggetto di puro
pensiero e il puro pensiero non ha altro oggetto da quello che è di competenza