Page 9 - L’Amicizia Spirituale
P. 9
Giovanni: Però ci sono di quelli che, seguendo il mondo e avendo in
comune certi vizi, si legano l’uno all’altro in un patto del genere, vivendo
in un vincolo amicale. Vorresti spiegarmi quale, fra tante forme di
amicizia, possa essere detta, a differenza delle altre, “spirituale”? Mi pare,
infatti, che l’amicizia spirituale risulti in qualche modo oscurata dalle
altre forme, che per giunta sembrano più attraenti. Mi aiuterai così a
distinguerla da ciò che la accomuna alle altre, così risulterà più chiara, e
quindi più desiderabile. Così tutti opereremo con più decisione per
conquistarla e farla nostra.
Aelredo: Non hanno il diritto di usare il nobilissimo nome dell’amicizia
quelli che sono uniti dalla connivenza nel vizio: chi non ama, infatti, non
è un amico, e non ama l’uomo colui che ama l’iniquità. Chi ama l’iniquità
non ama, ma odia la sua anima, e chi non ama la sua anima tanto meno
può amare quella di un altro. Questa gente si vanta di un’amicizia che è
tale solo di nome: sono ingannati da qualcosa che ne è solo la
scimmiottatura, non la possiedono nella realtà. Se poi, in un’amicizia del
genere, cioè sporcata dall’avarizia o disonorata dalla lussuria, si può
sperimentare il sentimento, pensa a quanta gioia in più si riversa su
un’amicizia che quanto più è onesta tanto più è sicura, quanto più è pura
tanto più è gioiosa, quanto più è libera tanto più è felice. Comunque, dal
momento che a livello di sentimenti si avverte una certa somiglianza,
lasciamo pure per un momento che in base a questo fatto vengano
chiamate amicizie anche quelle che non sono vere, purché però esse
vengano distinte con segni chiari e certi da quella che è spirituale, e
dunque vera.
Diciamo che l’amicizia può essere: carnale, mondana, spirituale. Quella
carnale nasce dalla sintonia nel vizio; quella mondana sorge per la
speranza di un qualche guadagno: quella spirituale si consolida fra coloro
che sono buoni, in base ad una somiglianza di vita, di abitudini, di gusti e
aspirazioni .
L’amicizia carnale nasce dal solo sentimento, cioè da quel tipo di
emotività che, come una prostituta, allarga le gambe davanti a tutti quelli
che le passano accanto, seguendo il vagare di occhi e orecchi verso
l’impurità. Da queste porte si intrufolano nella mente immagini
voluttuose, e si pensa che la felicità stia nel goderne a piacere, e che il
divertimento sia maggiore se si trova qualcuno con cui condividerlo. Si
mettono allora in moto gesti, segni, parole e adulazioni con cui un animo
cerca di accattivare l’altro. L’uno attizza il fuoco nell’altro fino a fondersi
in una sola cosa. Una volta raggiunto uno squallido accordo, arrivano a
fare o a subire l’uno per l’altro qualsiasi cosa e si convincono che non ci
sia niente di più dolce e di più giusto di una simile amicizia: “volere le
7