Page 13 - L’Amicizia Spirituale
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vedevano e pativano, ristoro e quiete nella grazia dell’amore reciproco.
Bisogna dire però che anche nelle persone in cui la vita disonesta aveva
cancellato ogni senso di virtù, la ragione, che in essi non poteva
spegnersi, lasciò in loro l’inclinazione verso l’amicizia e la compagnia, al
punto che le ricchezze non potevano piacere all’avaro, o la gloria
all’ambizioso, o il piacere al lussurioso, se non c’era qualcuno insieme al
quale goderne. Anche tra le persone peggiori, infatti, si strinsero legami
detestabili, che vennero nascosti sotto il nome dell’amicizia, ma che
dovettero essere distinti da questa con giuste regole, per evitare che,
ingannati da una qualche somiglianza, quelli che cercavano l’amicizia
vera cadessero incautamente in quella sbagliata. Così l’amicizia, insita
nella natura e rafforzata dall’esperienza, è stata alla fine regolata
dall’autorità della legge.
L’amicizia e la sapienza
È chiaro quindi che l’amicizia è naturale come la virtù, come la sapienza,
e come tutte quelle cose che, per la loro bontà naturale, sono da
desiderare e da praticare per se stesse. Tutti quelli che le posseggono, poi,
sanno farne un buon uso, e nessuno ne abusa.
Giovanni: Scusami, ma non sono tanti quelli che abusano della scienza o
ne traggono motivo per vantarsi di fronte agli altri o si insuperbiscono o
se ne servono in modo affaristico e venale, così come altri usano la loro
apparente bontà per far soldi?
Aelredo: Qui potrà risponderti sant’Agostino, che ha scritto: “Chi piace a
se stesso piace a uno stupido, perché è certamente uno stupido chi si
compiace di sé”. Chi è stupido non è sapiente, e chi non è sapiente, non
avendo la sapienza, non sa di niente. Come potrebbe dunque usare male
la sapienza colui che sapiente non è? Allo stesso modo una castità piena
di superbia non è una vera virtù, perché la superbia, che è un vizio, rende
conforme a sé quella che era ritenuta una virtù, e perciò questa castità
non è una virtù, ma un vizio abilmente camuffato.
Giovanni: Ti dirò con franchezza che non mi sembra logico che tu abbia
collegato la sapienza con l’amicizia, dato che non è possibile fare alcun
paragone tra le due.
Aelredo: Spesso le cose piccole e le grandi, le buone e le migliori, le deboli
e le forti, anche se non coincidono, vengono accostate, soprattutto quando
si tratta di virtù: se è vero che sussistono fra loro differenze di grado, ci
sono però delle somiglianze che le avvicinano. Per esempio, la vedovanza
è vicina alla verginità, la castità coniugale è vicina alla vedovanza, e
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