Page 11 - L’Amicizia Spirituale
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un sentire che è tanto più dolce quanto più è sincero, tanto più bello
quanto più è sacro, al punto che gli amici non possano neppure volere ciò
che è male, o non volere ciò che è bene. Un’amicizia così è guidata dalla
prudenza, è retta dalla giustizia, è custodita dalla fortezza, è moderata
dalla temperanza. Di questo però parleremo più avanti. Adesso dimmi se
ho risposto in modo adeguato alla tua prima domanda, cioè cos’è
l’amicizia.
Giovanni: Quello che hai detto mi basta, e non mi sembra di avere altro
da chiederti. Ma prima di passare ad un altro punto, desidero sapere
come nasce l’amicizia tra di noi. Nasce dalla natura, o dal caso, o da una
qualche necessità? È una legge insita al genere umano? È la stessa
esistenza che ci spinge a ricercarla?
L’origine, lo sviluppo dell’amicizia e la legge
Aelredo: Mi sembra che il sentimento di amicizia sia stato anzitutto
impresso nell’animo umano dalla stessa natura; l’esperienza poi lo ha
sviluppato e, infine, l’autorità della legge ne ha stabilito le regole. Dio,
infatti, che è infinitamente buono e potente, è un bene che basta a se
stesso: è lui il proprio bene, la propria gioia, la propria gloria, la propria
beatitudine. Non ha bisogno di nient’altro all’infuori di sé, né di un
uomo, né di un angelo, né del cielo, né della terra, né di alcuna delle cose
che vi si trovano. Davanti a lui ogni creatura riconosce: Sei tu il mio Dio,
perché non hai bisogno dei miei beni. Non solo Dio basta a se stesso, ma è
anche ciò che costituisce la pienezza di tutti gli esseri: ad alcuni dà
l’esistenza, ad altri la vita sensitiva, ad altri ancora l’intelligenza, ed è lui
la causa di tutto ciò che esiste, la vita di tutto ciò che è sensibile, la
sapienza di tutto ciò che è intelligente. Lui, che è il sommo bene, ha
stabilito tutte le cose, le ha disposte con ordine e armonia, ciascuna al suo
posto, e le ha distinte e distribuite ciascuna nel suo tempo definito. Ma
volle pure, perché così stabilì la sua eterna sapienza, che tutte le sue
creature si armonizzassero nella pace, si unissero in società, cosicché tutte
traessero da lui, che è la perfetta unità, una qualche unità. Per questo
motivo non ha lasciato nella solitudine nessuna specie creata, ma di ogni
moltitudine ha saputo fare una sorta di corpo solidale.
Se vogliamo cominciare dalle cose insensibili, chiediamoci in quale
terreno, o in quale fiume, si trovi un’unica pietra di un solo tipo, o quale
foresta abbia un unico albero di una sola specie. Così, tra le stesse
creature insensibili si nota una sorta di amore della compagnia, dato che
nessuna di queste creature è sola, ma è creata e mantenuta in società con
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