Page 4 - L’Amicizia Spirituale
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sentendomene capace, cominciai a scrivere degli appunti sull’amicizia
spirituale per offrire a me stesso le regole di un amore puro e santo. Così
è nato questo libro, che ho diviso in tre parti: nella prima tratto della
natura dell’amicizia e ne esamino l’origine o la causa; nella seconda ne
prospetto i frutti e la grandezza; nella terza spiego, secondo le mie
capacità, in che modo e fra quali persone essa possa conservarsi intatta
per sempre.
Se qualcuno trarrà una qualche utilità da questa lettura, renda grazie a
Dio e supplichi la misericordia di Cristo per i miei peccati. Se qualcuno
troverà invece superfluo o inutile quanto ho scritto, abbia pazienza per la
mia situazione infelice che, caricandomi di numerosi impegni, mi ha
costretto a ridurre nello schema di questa meditazione il fiume dei miei
pensieri.
La definizione pagana dell’amicizia
Aelredo: Eccoci qui, io e te, e spero ci sia un terzo in mezzo a noi, il Cristo.
Non c’è nessuno che possa infastidirci, nessuno che possa interrompere il
nostro conversare da amici: nessuno che arrivi con chiacchiere o fracasso
a insinuarsi in questa nostra piacevole solitudine. Coraggio, carissimo,
apri il tuo cuore, versa quello che vuoi nelle orecchie di chi ti è amico:
accogliamo con gratitudine il luogo, l’ora, la serenità del riposo. Poco fa,
infatti, mentre stavo seduto in mezzo a tanti fratelli che mi premevano da
ogni parte parlando ad alta voce, chi interrogando, chi discutendo della
Scrittura, chi della morale, chi dei vizi e chi delle virtù, solo tu stavi zitto.
A volte alzavi il capo, e pareva che volessi parlare, poi, come se la voce ti
morisse in gola, abbassavi la testa e tacevi; a volte ti staccavi un po’ dal
gruppo, poi tornavi, mostrando un volto triste. E capivo da tutti questi
segni che, per far uscire i pensieri del tuo cuore, fuggivi dal gruppo e
desideravi piuttosto la riservatezza.
Giovanni: È proprio cosi, e mi rende molto felice sapere che ti prendi cura
di questo tuo figlio e fratello, perché solo lo spirito di carità può averti
rivelato il mio stato d’animo e il mio desiderio. Vorrei che la tua bontà mi
concedesse, ogni volta che tu verrai a visitare i tuoi fratelli che vivono qui,
di stare a lungo con te, lontano dagli altri, per poterti esporre con calma
ciò che si agita nel mio cuore.
Aelredo: Certo che te lo concedo, e volentieri. È questo proprio perché
sono felice di vederti assetato non di chiacchiere inutili, ma di parlare di
ciò che è necessario per la tua vita. Parla pure con tranquillità e condividi
con chi ti è amico le tue preoccupazioni e i tuoi pensieri, così che in
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