Page 53 - L’Amicizia Spirituale
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sostenere quello che tu gli offri. Sono molte le persone che meritano di
                  essere amate, ma non per questo meritano di essere promosse; come sono
                  molti  quelli  che  possiamo  onestamente  abbracciare  con  la  dolcezza  del
                  nostro affetto, ma, se affidassimo loro un incarico o un ufficio, faremmo
                  un  grave  peccato  noi,  e  metteremmo  anche  loro  in  grave  pericolo.  In
                  queste  cose  si  deve  sempre  seguire  la  ragione,  non  il  sentimento.  Non
                  dobbiamo  imporre  onori  o  pesi  sulle  spalle  di  coloro  che  ci  sono  più
                  amici,  ma  di  quelli  che  sono  più  idonei  a  portarli.  A  parità  di  capacità
                  però non mi sentirei di disapprovare una scelta in cui, in qualche modo,
                  l’affetto si intrufola nella decisione.
                  Nessuno, quindi, deve sentirsi disprezzato se non riceve una promozione,
                  dato che anche il Signore Gesù in un caso simile preferì Pietro a Giovanni,
                  e dando a Pietro il comando non tolse certo a Giovanni l’affetto. A Pietro
                  affidò la sua Chiesa, a Giovanni affidò la sua carissima madre. A Pietro
                  diede le chiavi del suo regno, a Giovanni aprì i segreti del suo cuore.
                  Pietro, quindi, sta più in alto, ma Giovanni è più al sicuro. Pietro, benché
                  costituito in autorità, quando Gesù dice: “Uno di voi mi tradirà”, trema
                  come gli altri e ha paura; Giovanni invece, fatto audace dalla sua intimità
                  con Gesù, sul cui petto stava reclinato, visto il cenno di Pietro che vuol
                  sapere chi è il traditore, ha il coraggio di interrogare. Pietro, quindi, viene
                  lanciato nell’azione, ma Giovanni è riservato per l’affetto, perché “Così”,
                  dice,  “voglio che  lui rimanga  fino al mio ritorno” (cfr.  Gv 21,22). Ci ha
                  dato un esempio, infatti, perché anche noi facciamo così.
                  Diamo  all’amico  tutto  quanto  è  in  nostro  potere  in  amore,  grazia,
                  dolcezza,  carità;  diamo  invece  gli  onori  futili  e  gli  oneri  a  quelli  che  ci
                  vengono  suggeriti  dalla  ragione,  sapendo  che  uno  non  amerà  mai
                  veramente un amico se non gli basta l’amico così com’è, e vuole in più da
                  lui queste cose vili e spregevoli.
                  Però  si  deve  anche  stare  molto  attenti  a  negare  un  grande  vantaggio
                  perché  ostacolati  da  un  affetto  troppo  tenero.  Questo  accade  quando,
                  presentandosi  la  possibilità  di  impiegare  meglio  persone  a  cui  siamo
                  legati da un grande affetto, non vogliamo separaci da loro né gravarle di
                  pesi. Nell’amicizia ben ordinata la ragione deve governare il sentimento,
                  e si deve guardare non tanto al gradimento dell’amico, quanto piuttosto
                  al bene comune.


                                         Il ricordo di due amici di Aelredo

                  Ora mi vengono in mente due miei amici che, se anche non sono più in
                  questo mondo, per me sono e saranno sempre vivi. Il primo me l’avevo
                  incontrato  agli  inizi  della  mia  conversione,  quando  ero  ancora  molto





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