Page 52 - L’Amicizia Spirituale
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fateci  profezie  sincere,  diteci  cose  piacevoli,  profetateci  illusioni”  (Is
                  30,10).  E  altrove:  “I  profeti  predicono  in  nome  della  menzogna  e  i
                  sacerdoti governano al loro cenno; eppure il mio popolo è contento di
                  questo” (Ger 5,31). Questo vizio è sempre detestabile, sempre e ovunque
                  da evitare. La dissimulazione invece è una forma di sospensione, per cui
                  la pena o la correzione vengono rimandate, senza per questo approvare
                  interiormente l’errore, ma tenendo conto del luogo, del momento, della
                  persona. Se infatti il tuo amico commette uno sbaglio in pubblico, non lo
                  devi rimproverare subito e davanti a tutti; ma, considerato il luogo, devi
                  dissimulare, anzi, per quanto è possibile, salva restando la verità, devi
                  scusare quello che ha fatto, e aspettare di trovarti in un luogo privato e
                  familiare per fargli il rimprovero che merita. Così, quando una persona
                  è occupata in molte cose, e si trova meno disposta ad ascoltare, oppure
                  per  un  qualche  motivo  è  emotivamente  turbata  e  piuttosto  agitata,  è
                  necessario dissimulare, fino a quando, finita l’agitazione, sia capace di
                  accettare  il  rimprovero  con  più  serenità.  Quando  il  re  Davide,  spinto
                  dalla  sensualità,  aggiunse  all’adulterio  un  omicidio,  il  profeta  Natan,
                  rispettoso della dignità del re, non andò subito né con l’agitazione nel
                  cuore a rinfacciare a una persona così importante il crimine commesso,
                  ma  dissimulando  tutto  per  un  tempo  conveniente,  riuscì  con  la
                  prudenza a strappare allo stesso re la sentenza che lo condannava (cfr.
                  2Sam 12,1-13).



                                    L’amicizia e l’attribuzione degli incarichi

                  Marco: questa distinzione mi piace molto. Però vorrei sapere se un amico
                  che gode di un certo potere, ed è in grado di conferire onori e cariche a
                  chi  vuole,  deve  preferire  in  queste  promozioni  quelli  che  ama  e  che  lo
                  amano, e se tra questi deve anteporre quelli che ama di più a quelli che
                  ama di meno.
                  Aelredo:  È  utile  esaminare  come  si  deve  coltivare  l’amicizia  su  questo
                  punto. Ci sono alcuni che ritengono di non essere amati se non vengono
                  promossi  a  qualche  carica,  e  si  lamentano  di  essere  trascurati  se  non
                  vengono scelti per qualche funzione di prestigio.

                  Questo  modo  di  pensare  -  lo  sappiamo  bene  -  ha  provocato  grandi
                  discordie tra persone che si ritenevano  amiche. Alla rabbia  è  seguita la
                  separazione e alla separazione gli insulti. Per questo, nel distribuire onori
                  e incarichi, soprattutto ecclesiastici, bisogna osservare molta cautela: non
                  devi  guardare  a  quello  che  tu  puoi  offrire,  ma  se  l’altro  è  in  grado  di





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