Page 49 - L’Amicizia Spirituale
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La reciprocità nel rapporto fra amici

                  Aelredo: “Gli uomini”, dice il Saggio, “farebbero una vita felicissima se
                  togliessero di mezzo queste due parole: mio e tuo”. L’amicizia spirituale
                  riceve certo un fondamento molto solido dalla scelta della povertà, che è
                  santa  proprio  perché  è  volontaria.  L’avidità  rovina  mortalmente
                  l’amicizia, ed è certamente più facile conservare un’amicizia già iniziata
                  quanto  più  l’animo  è  immune  da  questa  peste.  Però  nell’amicizia
                  spirituale ci sono altri benefici con cui gli amici possono far sentire la loro
                  presenza e il loro aiuto. Prima di tutto devono essere solleciti l’uno per
                  l’altro;  devono  pregare  l’uno  per  l’altro;  sentire  ciascuno  come  propria
                  l’umiliazione dell’altro, e gioire dell’altrui gioia. Ognuno deve piangere
                  come  proprio  lo  sbaglio  dell’altro  e  considerare  come  suo  il  progresso
                  dell’altro.  Dobbiamo  usare  tutto  quanto  è  in  nostro  potere  per
                  incoraggiare l’amico se è timido, per sostenerlo se è debole, per consolarlo
                  se è triste, per sopportarlo se è  irritato. Dobbiamo avere  inoltre un tale
                  rispetto dello sguardo dell’amico da non osare alcunché di disonesto o di
                  sconveniente. Infatti, ogni sbaglio che uno fa ricade sull’amico, al punto
                  che non è solo chi sbaglia ad arrossire e soffrire, ma l’amico che vede o
                  sente quanto ha fatto l’altro se la prende con se stesso, come se fosse stato
                  lui a sbagliare; e allora, se uno non ha ritegno per sé, deve averlo almeno
                  per l’amico.

                  Il  rispetto  è  il  miglior  compagno  dell’amicizia;  e  dunque  “toglie
                  all’amicizia il massimo ornamento chi la priva del rispetto”. Quante volte
                  l’ira che mi si è accesa dentro e che stava per esplodere all’esterno è stata
                  soffocata e spenta da un semplice cenno del mio amico; quante volte una
                  parola sconveniente che era già nelle labbra è stata repressa dalla severità
                  di  un  suo  sguardo.  Quante  volte,  trovandomi  a  ridere  in  modo
                  scomposto,  o  perso  in  inutili  sciocchezze,  ho  ritrovato  al  suo  solo
                  avvicinarsi la dovuta serietà!


                                         I consigli e la correzione fraterna


                  Inoltre,  quando  ci  si  deve  persuadere  di  qualcosa,  si  accetta  più
                  facilmente il parere di un amico e lo si ricorda meglio, perché la forza di
                  persuasione di un amico è davvero grande. Non abbiamo nessun dubbio,
                  infatti,  sulla  sua  lealtà,  e  non  c’è  alcun  sospetto  di  adulazione.  L’amico
                  dunque  deve  consigliare  all’amico  ciò  che  è  onesto,  con  fermezza,  con
                  chiarezza e libertà. Gli amici, poi, non  vanno solo ammoniti, ma se è  il
                  caso devono anche essere rimproverati.




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