Page 47 - L’Amicizia Spirituale
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insulti: Figlio d’una donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti
                  del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?
                  Quindi vomitò tutto il veleno che aveva dentro per infonderlo nel cuore
                  del giovane, aggiungendo parole che avrebbero dovuto scatenare la sua
                  ambizione, la gelosia, l’invidia e il rancore amaro: fino a quando vivrà il
                  figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno.

                  Chi non sarebbe stato scosso da queste parole? Chi non avrebbe provato
                  invidia? Quale amore, quale grazia, quale amicizia poteva resistere parole
                  come  queste  senza  esserne  intaccata  o  sminuita  o  cancellata?  Quel
                  giovane pieno d’amore, fedele al patto dell’amicizia, forte di fronte alle
                  minacce,  paziente  davanti  agli  insulti,  disprezzò  il  regno  e  preferì
                  l’amicizia, non si curò della gloria perché gli stava a cuore la grazia. Tu
                  sarai re, disse, io sarò secondo dopo di te.
                  Dice Cicerone che si trovano persone che “ritengono ignobile preferire il
                  denaro  all’amicizia”,  ma  che  è  impossibile  trovare  “chi  antepone
                  l’amicizia alle cariche pubbliche, a quelle politiche, ai comandi militari, al
                  potere e alle ricchezze così che quando vengono offerte loro da una parte
                  queste cose e dall’altra il bene dell’amicizia, pochi scelgono quest’ultima.
                  La  natura  infatti  è  troppo  debole  per  disprezzare  il  potere.  Dove  si
                  troverà”, dice, “chi anteponga l’onore dell’amico al suo”? Ecco, abbiamo
                  trovato Gionata che ha vinto la natura, ha disprezzato la gloria e il potere,
                  ha  preferito  al  proprio  l’onore  dell’amico.  Tu  sarai  re,  disse,  e  io  sarà
                  secondo dopo di te.
                  Questa  è  l’amicizia  vera,  perfetta,  stabile  ed  eterna:  non  la  corrompe
                  l’invidia,  non  la  riduce  il  sospetto,  non  la  dissolve  l’ambizione.  Questa
                  amicizia messa alla prova non cadde; assalita non crollò; colpita da tanti
                  insulti rimase inflessibile, provocata da tante ingiurie restò irremovibile.
                  Va, dunque, e anche tu fa lo stesso. Se però pensi che sia duro o perfino
                  impossibile preferire colui che ami a te stesso, cerca almeno di metterlo
                  sul  tuo  stesso  piano  se  ci  tieni  ad  essere  un  amico.  Chi  infatti  non
                  mantiene l’uguaglianza con l’altro non pratica l’amicizia in modo giusto.
                  “Sii rispettoso verso l’amico come con un tuo eguale”, dice Ambrogio, “e
                  non  aver  vergogna  ad  anticiparlo  nel  rendere  un  servizio.  L’amicizia
                  infatti non conosce la superbia. L’amico fedele è davvero una medicina
                  per la vita, una grazia d’immortalità”.



                                         L’amicizia e lo scambio dei favori








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