Page 44 - L’Amicizia Spirituale
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nessuno in quella moltitudine che io non amassi, nessuno da cui non mi
sentissi amato. Mi ha inondato una gioia così grande da superare tutti i
piaceri di questo mondo. Sentivo che il mio spirito si era riversato in tutti
loro, e in me era entrato il loro affetto, proprio come dice il Profeta:
“Come è bello e come è gioioso vivere insieme da fratelli (Sal 132,1)”.
Luca: Dobbiamo dunque pensare che hai accolto nella tua amicizia tutti
quelli che in questo modo tu ami e dai quali ti senti amato?
La specificità dell’amicizia spirituale
Aelredo: Sono molti quelli che abbracciamo con il nostro affetto, senza
però introdurli nell’intimità dell’amicizia, che consiste soprattutto nella
rivelazione di tutti i nostri segreti e progetti. Come dice il Signore nel
Vangelo: “Non vi chiamo più servi”, “ma amici”. Poi aggiunge la ragione
per cui ritiene di chiamarli amici: “Perché”, dice, “tutto ciò che ho udito
dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (cfr. Gv 15,15). E poco prima dice:
“Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,14).
Con queste parole, come dice sant’Ambrogio, “ci ha dato un modello di
amicizia da seguire: fare la volontà dell’amico, confidargli i nostri segreti
e tutto quanto abbiamo nel cuore, non ignorare le sue cose più intime.
Apriamoci a lui, e che egli ci apra il suo cuore. L’amico, infatti, non
nasconde niente. Se è sincero, rivela il suo animo, come il Signore Gesù
rivelava i misteri del Padre”. Questo scrive Ambrogio. Sono dunque
molti quelli che noi amiamo, però non a tutti conviene esporre in questo
modo il nostro animo, né rivelare il nostro cuore, perché non hanno an-
cora un’età, o una sensibilità, o un criterio tale da renderli capaci di
accogliere queste confidenze.
Marco: Non riesco neppure ad aspirare ad un’amicizia talmente grande e
perfetta. A me e ad Luca basta quella che ci ha descritto Agostino: parlare
e ridere insieme, scambiarsi con affetto dei favori; leggere e discutere
insieme, scherzare insieme e fare cose serie; dissentire quando è il caso,
senza rancore, come uno fa con se stesso, servirsi anche dei rarissimi
contrasti per addolcire le molte cose su cui si è d’accordo; essere l’uno per
l’altro maestro e discepolo; desiderare impazientemente chi è assente,
accogliere con gioia chi arriva. Con questi e con altri segni che procedono
dal cuore di chi ama ed è riamato, con il volto, con la parola, con gli
sguardi e con mille altre espressioni di affetto si ravviva il fuoco che
fonde gli animi e che di tanti ne fa uno solo. Questo ci sembra si debba
amare negli amici. La nostra coscienza si sentirebbe in colpa se non
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