Page 39 - L’Amicizia Spirituale
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talvolta  l’amico  debba  anche  essere  corretto  -  comprendendo  le  ragioni
                  per  farlo,  senza  ignorare  il  modo,  il  tempo  e  il  luogo  opportuni.  La
                  pazienza,  infine,  perché  quando  viene  corretto  non  si  rattristi,  non
                  reagisca  con  odio  o  disprezzo  con  chi  lo  corregge,  e  sia  capace  di
                  sopportare coraggiosamente per l’amico qualsiasi avversità.


                                                       La fedeltà


                  Nell’amicizia niente è più importante della fedeltà, che nutre l’amicizia la
                  custodisce.  La  fedeltà  è  sempre  uguale  a  se  stessa,  nella  buona  e  nella
                  cattiva sorte, nelle ore felici e in quelle tristi, nelle gioie e nelle amarezze.
                  La  fedeltà  guarda  con  lo  stesso  occhio  chi  è  umile  e  chi  è  sublime,  il
                  povero e il ricco, il forte e il debole, il sano e il malato. L’amico fedele non
                  vede nulla all’infuori del cuore dell’amico: va ad abbracciare la virtù là
                  dove la trova, tutto il resto rimane all’esterno, se ci sono altre cose non vi
                  dà  molto  peso,  se  non  ci  sono  non  si  affanna  ad  esigerle.  La  fedeltà
                  tuttavia può restare nascosta quando le sorride la fortuna, invece emerge
                  veramente  nelle  avversità.  Qualcuno  ha  detto  che  l’amico  si  prova
                  quando si è nella necessità. Sono molti gli amici di chi è ricco. Ma se siano
                  poi dei veri amici lo si vede quando sopraggiunge la povertà. Un amico,
                  dice  Salomone,  vuol  bene  sempre,  ed  è  nella  sventura  che  si  dimostra
                  fratello  (Pr  17,17).  E  altrove,  rimproverando  chi  manca  di  fedeltà,  dice:
                  “Chi  spera  nell’aiuto  dell’amico  infedele  nel  giorno  della  sventura,  è
                  come se avesse un dente cariato o un piede slogato” (Pr 25,19).
                  Luca: E se tutto va sempre bene, e non interviene mai alcuna difficoltà,
                  come si può provare la fedeltà di un amico?
                  Aelredo:  Ci  sono  molti  altri  modi  per  mettere  alla  prova  la  fedeltà
                  dell’amico, anche se è vero che la verifica migliore è data dalle avversità.
                  Ho  già  detto,  per  esempio,  che  niente  rovina  l’amicizia  quanto  la
                  rivelazione delle confidenze dell’amico. È scritto nel Vangelo: Chi è fedele
                  nel poco è anche fedele nel molto (Lc 16,10). Ne consegue che agli amici
                  per  i  quali  crediamo  sia  necessario  un  ulteriore  periodo  di  prova  non
                  dobbiamo  affidare  tutti  i  nostri  segreti  né  quelli  più  intimi.  È  bene
                  cominciare da cose piuttosto superficiali o di poco conto, che non è molto
                  importante  nascondere  o  rivelare,  facendo  però  molta  attenzione  a  far
                  capire che il rivelarle comporterebbe un grave danno, mentre sarebbe un
                  grosso vantaggio tenerle nascoste. Se lo trovi fedele in questo impegno,
                  non esitare a metterlo alla prova su cose di maggiore importanza. Se poi
                  capita che si diffondano voci sgradevoli sul tuo conto, o se la cattiveria di
                  qualcuno  rovina  la  tua  reputazione,  e  lui  non  sarà  indotto  da  alcuna





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