Page 40 - L’Amicizia Spirituale
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insinuazione a credere a tali cose, non sarà turbato da alcun sospetto, né
                  scosso  da  alcun  dubbio,  allora  non  è  più  il  caso  di  tenere  sospeso  il
                  giudizio  sulla  sua  fedeltà.  Sarà  davvero  grande  la  tua  gioia  per  aver
                  trovato in lui un amico sicuro e stabile.
                  Luca: Mi viene ora in mente quel tuo amico venuto dalla Francia, di cui ci
                  hai  parlato  molto  spesso.  Ti  sei  accorto  che  era  davvero  un  amico
                  fedelissimo e assolutamente sincero quando non solo non credette a chi
                  riportava  cose  false  sul  tuo  conto,  ma  neppure  fu  scosso  dalla  benché
                  minima  esitazione.  Un  atteggiamento  del  genere  non  te  lo  saresti
                  aspettato  neppure  da  quel  tuo  amico  carissimo,  il  vecchio  sacrista  di
                  Chiaravalle! Ma ora, visto che abbiamo già parlato a sufficienza su come
                  si metta alla prova la fedeltà, spiegaci i punti che rimangono.


                                                     L’intenzione


                  Aelredo:  Ho  detto  che  si  deve  provare  anche  l’intenzione.  Questo  è
                  assolutamente necessario.
                  Ci sono infatti molti che nelle cose umane ritengono buono solo ciò che
                  dà un guadagno visibile nel tempo.

                  Sono persone che amano i loro amici come amano i loro beni terreni, dai
                  quali sperano di ricavare sempre un qualche vantaggio. Sono persone che
                  non sanno neppure cosa sia l’amicizia genuina e spirituale, quella che va
                  cercata  per  Dio  e  per  il  valore  che  ha  in  se  stessa;  persone  che  non
                  riflettono  seriamente  sul  modello  naturale  dell’amore  che  hanno  in  sé,
                  dove  potrebbero  scoprire  facilmente  quale  e  quanto  grande  sia  la  forza
                  dell’amicizia. Lo stesso Signore ci ha offerto il modello della vera amicizia
                  quando ha detto: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Mt 22,39). Ecco lo
                  specchio:  tu  ami  te  stesso.  Si,  certo,  però  solo  se  ami  Dio,  se  cioè
                  corrispondi a colui che abbiamo descritto come degno di essere scelto per
                  amico. Mi chiedo: forse perché vuoi bene a te stesso esigi che questo ti
                  venga  ricompensato?  Sicuramente  no,  perché  è  nella  natura  delle  cose
                  voler bene a se stessi. Ne consegue che, se non trasferirai questo stesso
                  affetto in un altro, amando l’amico gratuitamente solo perché ti è caro per
                  se stesso, non potrai gustare il sapore della vera amicizia. Colui che ami
                  sarà come un altro te stesso quando avrai trasfuso in lui l’amore con cui ti
                  ami.  “L’amicizia”,  come  dice  sant’Ambrogio,  “non  è  un  dazio  o  una
                  rendita,  ma  è  piena  di  bellezza  e  di  grazia.  È  infatti  una  virtù,  non  un
                  affare, perché non è generata dal denaro, ma dalla grazia; non si acquista
                  contrattando sul prezzo, ma è il frutto di una gara d’affetto”. Devi quindi





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