Page 34 - L’Amicizia Spirituale
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costumi sono diversi”, dice sant’Ambrogio, “non ci può essere amicizia,
                  e dunque ciascuno deve essere in amabile consonanza con l’altro”.


                                Come trattare le persone che hanno questi difetti


                  Marco: Dove si può trovare uno che non sia né irascibile, né instabile, né
                  sospettoso? Quanto  al chiacchierone,  lo  si vede subito, e  non può certo
                  rimanere nascosto.
                  Aelredo:  Sono  d’accordo  con  te.  Non  è  facile  trovare  uno  che  non  sia
                  vittima  di  questi  difetti,  però  ce  ne  sono  molti  che  li  sanno  superare:
                  reprimono l’ira con la pazienza, correggono la leggerezza con la serietà,
                  eliminano  i  sospetti  concentrando  l’attenzione  sull’amore.  Direi  che
                  soprattutto  questi  bisognerebbe  scegliere  come  amici,  perché  sono  più
                  esercitati degli altri  e,  vincendo  i vizi con la virtù, diventano amici  più
                  sicuri  quanto  più  sono  abituati  a  resistere  con  energia  ai  vizi  che  li
                  assalgono.
                  Marco: Scusa se insisto. Quel tuo amico che Luca ha ricordato poco fa, e
                  che  tu  hai  accolto  nella  tua  amicizia,  a  te  non  sembra  una  persona
                  irascibile?
                  Aelredo: Certo che lo è, ma nell’amicizia non lo è affatto.
                  Luca: Ma cosa vuol dire non essere irascibile nell’amicizia?
                  Aelredo: Siete convinti del fatto che c’è amicizia tra noi?
                  Luca: Sicuro.
                  Aelredo:  Qualche  volta  sono  scoppiate  tra  noi  risse,  discordie,  rivalità,
                  contese?
                  Luca: Mai, ma questo non è merito suo, ma della tua pazienza.
                  Aelredo:  Vi  sbagliate.  Un’ira  che  non  è  frenata  dall’affetto  non  può  in
                  alcun modo essere bloccata dalla pazienza di nessuno. Anzi, la pazienza,
                  nella  persona  colta  dall’ira,  scatena  il  furore,  perché  ciò  che  lo  consola
                  anche solo un po’ è vedere che un altro si adira quanto lui e gli è pari
                  negli  insulti.  La  persona  di  cui  stiamo  parlando  rispetta  a  tal  punto
                  l’amicizia che, quando talvolta si arrabbia e sta per esplodere con parole
                  incontrollate,  con  un  semplice  cenno  riesco  a  frenarlo;  mai  esprime  in
                  pubblico  cose  spiacevoli,  ma  per  dare  sfogo  a  quello  che  ha  in  mente
                  aspetta sempre il momento in cui siamo soli. Se questo comportamento
                  gli venisse suggerito dalla natura, e non dall’amicizia, non lo considererei
                  né virtuoso né degno di lode. Se invece, come può capitare, mi accade di
                  dissentire  da  lui,  è  tale  il  rispetto  che  abbiamo  l’uno  per  l’altro  che
                  qualche volta lui rinuncia alla sua idea e, più spesso, io alla mia.






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