Page 29 - L’Amicizia Spirituale
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punto da voler diventare con lui una cosa sola; a lui ti affidi come a un
                  altro  te  stesso,  niente  gli  nascondi  e  nulla  hai  da  temere  da  lui.  Se  si
                  ritiene che qualcuno sia adatto a tutto questo, bisogna prima sceglierlo,
                  poi metterlo alla prova e infine accoglierlo. L’amicizia, infatti, deve essere
                  stabile,  quasi  un’immagine  dell’eternità  stessa,  e  rimanere  costante
                  nell’affetto.  Per  questo  non  dobbiamo  seguire  impressioni  vaghe,  e  in
                  base ad esse mutare continuamente gli amici in modo infantile - Nessuno
                  è più detestabile di colui che offende e tradisce l’amicizia; niente tormenta
                  tanto l’animo quanto l’essere abbandonato o combattuto da un amico. Per
                  questo bisogna mettere la massima cura nello scegliere un amico, e usare
                  un’estrema  cautela  nel  metterlo  alla  prova.  Però  una  volta  che  lo  si  è
                  accolto,  va  tollerato,  trattato  e  seguito  in  modo  tale  che,  se  non  si
                  allontana in modo  irrevocabile  dal fondamento che noi conosciamo, lui
                  sia  a  tal  punto  tuo,  e  tu  suo,  nelle  cose  del  corpo  come  in  quelle  dello
                  spirito, che niente venga a dividere  gli  animi, gli affetti, le  volontà e  le
                  idee.


                                                   I quattro gradini


                  Dunque  sono  quattro  i  gradini  che  ci  fanno  salire  alla  perfezione
                  dell’amicizia:  il  primo  è  la  scelta,  il  secondo  è  la  prova,  il  terzo  è
                  l’accoglienza,  il  quarto  è  “l’accordo  sommo  nelle  cose  divine  e  umane
                  accompagnato da carità e benevolenza”.
                  Marco:  Ricordo  che  nel  tuo  primo  discorso,  quello  con  il  tuo  carissimo
                  Giovanni,  hai  spiegato  bene  questa  definizione;  ma  siccome  dopo  hai
                  discusso di molti generi di amicizia, vorrei sapere se essa li comprende
                  tutti.
                  Aelredo:  Poiché  la  vera  amicizia  può  sussistere  solo  tra  i  buoni,  coloro
                  cioè che non possono né vogliono fare alcunché contro la lealtà e l’onestà,
                  è chiaro che tale definizione non riguarda qualunque tipo di amicizia, ma
                  solo quella che può essere chiamata vera.
                  Luca: E perché non accettare anche la definizione che, prima del dialogo
                  di ieri, mi piaceva molto, cioè l’amicizia come accordo nelle cose che si
                  vogliono o non si vogliono?
                  Aelredo:  Certo,  anche  questa  può  andar  bene,  purché  essa  unisca  due
                  persone  che  hanno  abitudini  buone,  una  vita  equilibrata  e  degli  affetti
                  ordinati.
                  Marco: Sarà Luca a valutare se questi requisiti sono presenti sia in lui che
                  nel  suo  amico,  così  da  poter  vivere  con  lui  in  unione  di  volontà,  non
                  concedendo a se stesso o all’altro niente che sia ingiusto, o disonesto, o





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