Page 57 - L’Amicizia Spirituale
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La scelta va fatta però non dietro l’impulso instabile del sentimento ma
                  con l’acutezza della ragione, in base alla somiglianza dei temperamenti e
                  tenendo conto delle virtù. Offriamoci generosamente per l’amico quindi,
                  evitando  ogni  superficialità.  Tutto  deve  portare  alla  gioia,  né  devono
                  mancare l’aiuto, il rispetto e la cortesia che nascono da una benevolenza e
                  da una carità ben ordinate.

                  Mettiamo alla prova la fedeltà dell’amico, la sua onestà, la sua pazienza.
                  Quindi passiamo gradualmente alla comunione dei pensieri, all’impegno
                  costante nei comuni interessi, arrivando fino ad una certa conformazione
                  nell’aspetto.  Gli  amici,  infatti,  devono  essere  così  conformi  che,  appena
                  uno  vede  l’altro,  anche  l’aspetto  del  volto  di  uno  si  riflette  in  quello
                  dell’altro, sia quando è triste e abbattuto, sia quando è sereno e gioioso.
                  Dopo averlo scelto e messo alla prova, accertati che non voglia chiederti
                  niente  di  sconveniente,  né,  se  richiesto,  accordartelo.  Verifica  se  ritiene
                  l’amicizia una virtù, e non un affare redditizio, se rifugge dall’adulazione
                  e  detesta  le  lusinghe,  se  è  sincero  e  discreto  nel  parlare,  se  accetta  con
                  pazienza la correzione, se è  costante e  saldo nel voler bene. Solo  allora
                  gusterai quella dolcezza spirituale che fa dire: come è bello e quanta gioia
                  dà  vivere  insieme,  da  fratelli  (cfr.  Sal  132,1).  Allora  vedrai  quanto  ci  si
                  guadagna a soffrire l’uno per l’altro, a faticare l’uno per l’altro, a portare
                  l’uno i pesi dell’altro, quando ciascuno trova dolce dimenticare se stesso a
                  favore  dell’altro,  preferire  la  volontà  dell’altro  alla  propria,  andare
                  incontro alle necessità dell’altro prima di pensare alle proprie, esporsi e
                  opporsi  alle  avversità  per  risparmiare  l’amico.  E  nello  stesso  tempo
                  quanta  dolcezza  nel  parlarsi,  nel  raccontarsi  progetti  e  pensieri,
                  esaminando tutto insieme, e in tutto convergendo su uno stesso parere.
                  Oltre  a  questo  poi  c’è  il  pregare  l’uno  per  l’altro,  una  preghiera  che,
                  venendo da un amico, è tanto più efficace quanto più carica di affetto si
                  eleva a Dio insieme alle lacrime, generate dal timore o dall’affetto o dal
                  dolore. Così, un amico che prega Cristo per conto dell’amico, e desidera
                  essere  esaudito  da  Cristo  per  amore  dell’amico,  finisce  per  dirigere  su
                  Cristo il suo amore e il suo desiderio. Succede allora che rapidamente, in
                  modo impercettibile, si passi da un affetto all’altro e, con la sensazione di
                  toccare da vicino la dolcezza di Cristo stesso, l’amico cominci a gustare e
                  a sperimentare quanto egli è dolce è amabile.
                  In  questo  modo,  da  quell’amore  santo  con  cui  si  abbraccia  il  proprio
                  amico, si sale a quello con cui abbracciamo Cristo stesso: si afferra così,

                  nella  gioia,  a  piene  mani,  il  frutto  dell’amicizia  spirituale,  nell’attesa  di
                  una pienezza che si realizzerà nel futuro quando, eliminato quel timore
                  che ora ci tiene in ansia e ci fa preoccupare l’uno per l’altro, vinte tutte




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