Page 56 - L’Amicizia Spirituale
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correzione non suscitava indignazione, né il consenso diventava
compiacenza. Per cui, dimostrandosi amico in tutto, egli mi offriva, per
quanto poteva, pace e serenità. Era lui a esporsi ai pericoli e ad affrontare
gli ostacoli sul nascere. A volte, quando era già malato, desideravo dargli
un po’ di sollievo; lui però me lo proibiva, dicendo che dovevamo stare
attenti a che il nostro amore non fosse misurato in base a un vantaggio
materiale, o che il gesto fosse attribuito più al mio affetto umano che alla
sua reale necessità, cosa che avrebbe svalutato la mia autorità. Era come
la mia mano, il mio occhio... il bastone della mia vecchiaia.
Era il cuscino su cui si riposava il mio spirito, il sollievo delle mie
sofferenze. Quando ero stremato dalle fatiche, mi accoglieva nel suo
amore; se ero immerso nell’abbattimento e nella tristezza, le sue parole mi
ridavano fiducia. Se ero agitato mi riportava alla calma; se ero adirato mi
riportava alla serenità. Se capitava qualcosa di triste, lo riferivo a lui, per
poter sostenere più facilmente, unito a lui, quello che da solo non riuscivo
a sopportare. Che altro posso dire? Non è stato forse un pregustare la
felicità del cielo questo modo di amare e di essere amato, di aiutare e di
essere aiutato; questo prendere slancio dalla dolcezza della carità fraterna
per volare in quel luogo altissimo dove brilla lo splendore dell’amore di
Dio e, sulla scala della carità, ora salire verso l’abbraccio di Cristo stesso,
ora scendere all’amore del prossimo per una dolce pausa di riposo? Se in
questa nostra amicizia, di cui ho parlato per mostrarvi un esempio,
trovate qualcosa da imitare, servitevene per il vostro vantaggio.
CONCLUSIONE
Ora per concludere questo nostro colloquio, anche perché il sole sta
tramontando, credo che siete convinti che l’amicizia nasce dall’amore. Se
uno però non ama se stesso non può neanche amare un altro, perché
l’amore del prossimo si costruisce sul modello dell’amore con cui uno
ama se stesso. Ma non ama se stesso colui che esige da sé o si propone
qualcosa di turpe e di disonesto.
Il primo passo dunque consiste nel purificare se stessi, non indulgendo a
niente che sia indegno, né togliendo nulla di quanto può essere utile. Chi
ama se stesso in questo modo, può amare anche il prossimo, seguendo la
stessa regola. Ma dal momento che questo amore abbraccia molte
persone, dobbiamo scegliere tra queste chi possiamo ammettere con un
vincolo più familiare nell’intimità dell’amicizia riversando
abbondantemente il nostro affetto, aprendo il nostro cuore fino a mettere
a nudo, i suoi pensieri e i suoi desideri più profondi.
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